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Mps, tutte le pene di Profumo e Viola

Non c’è pace per Banca Monte dei Paschi di Siena. Anche se proprio nei giorni scorsi i pubblici ministeri di Siena hanno chiuso l’indagine sull’acquisizione di Antonveneta senza individuare comportamenti penalmente rilevanti, non finiscono i problemi per l’istituto di Rocca Salimbeni.

Le richieste della Commissione Ue
A cominciare da quelli legati alle richieste del Commissario Ue alla Concorrenza Joaquin Almunia, che alla fine di luglio, in una lettera indirizzata al ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, in cambio del via libera al prestito governativo da 4 miliardi (i Monti bond), ha chiesto all’Italia uno sforzo ulteriore. Secondo Almunia, il piano di ristrutturazione messo a punto per la banca senese dovrebbe essere migliorato in almeno sei punti. In particolare, il focus è sulla necessità di tagliare 5mila posti di lavoro per compensare una perdita di introiti stimata in 320 milioni. La Commissione Ue ritiene la voce “gonfiata” e rimprovera all’Italia di non aver preso in considerazioni soluzioni alternative. Altro punto critico, poi, secondo Bruxelles, è rappresentato dagli stipendi del management, che nelle banche che ricevono aiuti, come per l’appunto nel caso di Mps, non dovrebbero essere superiori di oltre 15 volte il salario medio nazionale.

La replica dell’ad Viola: “Siamo a disposizione”
Non si è fatta attendere la replica dell’amministratore delegato di Mps, Fabrizio Viola, che il 7 agosto, in occasione della conference call per la presentazione dei risultati del primo semestre del 2013, ha dichiarato: “Siamo a disposizione e pronti a recepire indicazioni volte a migliorare il nostro piano industriale sotto forma di ristrutturazione. Al momento è il massimo che posso dire. Da settembre qualche informazione in più l’avremo e cercheremo di darla con tempestività al mercato”.

I conti del primo semestre
Anche dai conti finanziari della banca relativi al primo semestre del 2013 è emerso un quadro ancora problematico. Complice il peso degli accantonamenti, Mps ha archiviato la prima metà dell’anno con una perdita netta di 380 milioni, meglio del rosso di 1.552 milioni con cui era stato archiviato, per colpa della svalutazioni, lo stesso periodo di un anno fa, ma peggio delle attese degli analisti, che avevano preventivato un risultato negativo per 280 milioni.

Le tante domande di di Exane Bnp Paribas
Gli analisti di Exane Bnp Paribas, ad esempio, si aspettavano un rosso semestrale per l’istituto senese pari a 145 milioni. L’ultimo trimestre, osservano gli analisti della banca d’affari francese, “è stato caratterizzato da un forte calo degli interessi netti e da elevati accantonamenti su crediti a rischio, fattori soltanto parzialmente mitigati da minori costi operativi e utili da trading leggermente migliori”. Da Exane Bnp Paribas gettano poi un’ombra sull’esito del negoziato in corso con la Commissione Ue. “Sarà approvato il piano di ristrutturazione della banca?”, si domandano. E, ancora: “Quali ulteriori vincoli potrebbero essere imposti?”. C’è poi l’incognita legata all’aumento di capitale da 1 miliardo già incluso nel piano industriale del 2012-2015. E a riguardo, si interrogano da Exane Bnp Paribas: “L’operazione sarà di un ammontare più consistente?”. Ma le domande che si pongono gli analisti, e che al momento restano senza risposta, sono numerose.

Ipotesi scalatori in azione
Si chiedono, ancora, se l’istituto di credito di Rocca Salimbeni dispone di un accesso alla liquidità sufficiente a rimborsare i 29 miliardi presi a prestito dalla Banca centrale europea (Bce) entro il 2015 e se potrebbe, in ultima istanza, diventare il target di qualche acquisizione. Insomma, l’obiettivo di qualche scalatore, anche se in questa fase, e gli esperti di Exane Bnp Paribas ben lo evidenziano nel titolo del report, la montagna da scalare è tutta per il management della banca. Vale a dire l’ad Viola e il presidente Alessandro Profumo, che devono trovare un compromesso con la Commissione Ue e far tornare l’istituto senese alla redditività.


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