Il flash trading non è poi così infallibile come si tenderebbe a credere. Gli intoppi negli scambi borsistici ad alta velocità effettuati con computer sofisticati fanno traballare le grandi piazze americane, com’è successo ieri sulla tecnologica Nasdaq. Non crisi finanziaria, ma mezz’ora di black out e di guasti tecnici che ha rischiato paralizzato i trader di Wall Street, a soli due giorni di distanza dalla svista di Goldman Sachs che ha inviato per errore ordini con un controvalore di 100 milioni di dollari.
Un problemino tecnico su una piazza da 6mila miliardi di dollari
Trenta minuti dopo essere rimasto bloccato, ieri il Nasdaq, la società che controlla il listino tecnologico di Wall Street, era già in grado di ripartire. Tuttavia sono passate altre due ore e mezzo prima che le contrattazioni fossero effettivamente riattivate nella piazza azionaria del valore di 6 mila miliardi di dollari. Si è dunque scelto di agire con estrema cautela in modo che il ripristino delle operazioni avvenisse ordinatamente e senza scene di panico, considerando che i titoli quotati sul Nasdaq rappresentano il 28% di tutte le azioni scambiate questo mese, secondo i dati di Bats Global Markets.
Il test con le azioni di Atlantic American
“Dovevamo assicurarci – spiegano dei tecnici del Nasdaq che preferiscono mantenere l’anonimato – che tutti gli scambi fossero in funzione e che le società potessero inserirsi”. Anche i trading desk delle banche chiedevano ai tecnici dell’Omx, la società operativa del Nasdaq, di non riaprire frettolosamente le contrattazioni, temendo che una riapertura piena di errori potesse sfiduciare ulteriormente i mercati. Ma grazie alle azioni di Atlantic American che sono state usate come un test sperimentale, meno di mezz’ora dopo il resto del mercato ha riaperto, concludendo, come ha commentato lo stesso Nasdaq, la giornata in “modo normale”.
I precedenti e i timori di nuovi stop
Si è comunque trattato del guasto più serio della storia della Borsa americana, molto peggiore di quello incorso al listino di Chicago la primavera scorsa e che ha comportato la sospensione di mezz’ora delle contrattazioni. Guasti tecnici che avvengono sempre più di frequente, anche se di minore portata, man mano che aumenta con l’introduzione di tecnologie sempre più avanzate, sottolinea Bloomberg. Il Nasdaq ha spiegato che il problema è nato per un problema di connessione tra un partecipante agli scambi e la Sip, la Securities Information Processor, la quale non è più stata in grado di trasmettere le quote e gli scambi. Il problema, assicura il Nasdaq, è stato “individuato e indirizzato”, anche se molti si chiedono se sia anche stato risolto definitivamente, a maggior ragione dopo gli errori commessi durante l’Ipo di Facebook, a maggio scorso: gli scambi del titolo del social network partirono in ritardo e furono poi viziati da problemi, provocando perdite nel trading per oltre 500 milioni di dollari alle società coinvolte. Nei mesi successivi sono stati avviati almeno 40 procedimenti legali collegati all’Ipo e Nasdaq aveva poi acconsentito a versare rimborsi per oltre 60 milioni di dollari.