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PD non faccia come Occhetto che ritirò i ministri dal gov. Ma nel 94 vinse il Cav!

E’ normale un Paese dove il partito, che potrebbe subire i maggiori contraccolpi dalla stangata della Cassazione al “principale esponente dello schieramento avversario”, di veltroniana memoria, non sia quello dell’imputato, ma il Pd?
Ed è normale che un’esponente democrat, vicina al premier Letta, esprima in Tv giudizi taglienti e acidi sulle voci di un messaggio di solidarietà, poi smentito, del competitor alla leadership del Pd, Matteo Renzi, al Cavaliere ?
Cosa c’è di errato e di riprovevole nell’aspirazione, più volte esternata dal Sindaco di Firenze, a battere Berlusconi alle elezioni-che non sono, in democrazia, una patologia- e non grazie a una stangata giudiziaria ?
I dirigenti del Pd, in primis l’esperto ma sinora troppo timoroso Epifani, già demartiniano e poi craxiano nel PSI, dovrebbero trascurare i veleni e le diatribe interne. E guardare al Paese reale, recependo gli stimoli al rinnovamento, lanciati da Francesco De Gregori: “forse avremmo potuto farci qualche domanda in meno su una delle presunti amanti del Cav.Noemi Letizia, da Casoria, e di più sull’Ilva di Taranto !”.
Le carte ce le ha in mano, ancora una volta, la magistratura. Vedremo, nelle prossime ore, come verranno distribuite ai protagonisti, oscillanti e nervosi, e alle comparse del teatrino politico.
Il Pd dovrebbe accogliere l’invito a ragionare con calma, a trasformarsi in una “forza tranquilla”, come fece diventare Francois Mitterrand il suo Ps nei primi anni 70.
In caso di condanna del Cav.attenzione a  non ripetere l’errore, commesso nel 1993 da Occhetto, che ordinò ai ministri del PDS di uscire dal governo Ciampi, dopo il “niet” della Camera all’autorizzazione a procedere ai magistrati di Milano nei confronti di Craxi. Sapete chi vinse le elezioni dell’anno successivo ? Un certo Silvio Berlusconi.
E, dunque, i dirigenti democrat decidano, serenamente, qualunque sia il verdetto di piazza Cavour. Il governo Letta vada avanti, il Parlamento cestini il “Porcellum” e vari una nuova legge elettorale. Si arrivi almeno alla primavera del 2014.
E il partito scelga il candidato alla premiership, con le primarie consentite non solo agli iscritti, ma anche agli elettori, aprendosi alla società e archiviando la fase, troppo lunga, delle schermaglie tattiche tra gruppi e correnti e con i notabili, maestri del trasformismo, già pronti a salire sul carro dei probabili vincitori.


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