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Pensierino greco

Lontano dalle mete turistiche più conosciute, non è raro navigando nel nord della Grecia scoprire spiagge meravigliose, alcune dotate di piccole attrezzature messe a disposizione dall’immancabile taverna distante poche decine di metri dalla battigia. Sono spiagge frequentate in genere da turisti locali, greci che si permettono alcuni giorni di vacanza, spesso portando da casa il cibo per il pranzo e frutta per il pomeriggio. È molto raro incontrare stranieri, italiani in particolare.

Approdati di buon ora su una di queste, dopo aver ricevuto il saluto dall’oste greco che, compiaciuto dal fatto che sono italiano, immancabilmente mi ricorda che “italiani, greci: una faccia, una razza” ci chiede se più tardi desideriamo pranzare e ci mostra il pesce che – a suo dire – egli stesso ha pescato. Nel frattempo, ci offre il caffè, greco ovviamente, che ha un suo rituale ben preciso, ovvero devi attendere che depositi il fondo prima di bere. Ha un suo significato profondo: aspettare per godere poi appieno il piacere dell’aroma. È la sintesi perfetta della vita stessa che, se presa troppo di corsa, non ci rende pienamente consapevoli di viverla, del piacere che è delle piccole cose e finisce con lasciarti la sabbia in bocca ed fugge veloce come un caffè espresso.

E poi mentre si aspetta, si parla un po’ in inglese un po’ italiano, molto a gesti e, poco a poco ci si conosce raccontando storie ed esperienze, di quanto oggi sia dura la vita in questo Paese, le notizie di alcuni disordini ad Atene, ma nonostante tutto c’è il mare ed il sole, ci si accontenta di poco e si sorride alla vita.

Accendi una sigaretta e ti ritrovi a pensare: ma quanto è lontana Atene da qui? E quanto lontana è l’Europa da questo mare?



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