Berlusconi condannato, Berlusconi accoppato politicamente. Berlusconi assolto, Berlusconi ringalluzzito non solo politicamente.
E’ questo lo schema su cui si esercitano osservatori, analisi e addetti ai lavori. O quanto meno la loro maggioranza. Ma è davvero così? Vediamo, partendo dalla ipotesi – auspicata dai berlusconiani – non avverata.
Con un Berlusconi “assolto” (o comunque non condannato) certamente l’ex premier tornerà ad avere uno sprint maggiore. Sarà la dimostrazione, secondo la visione berlusconiana, che quella ordita dalla Procura di Milano è stata proprio una persecuzione pregiudiziale di un leader politico, visto che la Cassazione ha sconfessato la trama giudiziaria dei magistrati milanesi. Un ceffone indiretto agli anti berlusconiani in servizio permanente effettivo e alla vasta schiera di giustizialisti che si annidano in vari partiti, dal Pd a Sel passando per il Movimento 5 Stelle.
E con un Berlusconi condannato lo scenario si ribalta? Non troppo, nonostante la sentenza della Cassazione. Come in questi giorni hanno spiegato alcuni politici e addetti ai lavori, la potenza mediatica e politica di un Berlusconi agli arresti domiciliari potrebbe essere ancor più dirompente di un Berlusconi libero. Il silenzio di questi giorni ad esempio, ha spiegato la sondaggista più apprezzata dal Cavaliere, ovvero Alessandra Ghisleri, ieri sera nel corso della trasmissione In Onda condotta da Luca Telese su La7, ha fatto schizzare ulteriormente i sondaggi e i gradimenti per Berlusconi.
Ma non c’è soltanto la “berlusconiana” Ghisleri a far balenare l’idea che un silente Berlusconi possa avere maggior appeal politico. Michele Emiliano, ex magistrato e sindaco di Bari, di certo non un fan dell’ex premier, ha detto che il leader del Pdl agli arresti domiciliari avrebbe una potenza mediatica e politica ancor più dirompente. D’altronde la storia e la cronaca politica attesta che un Berlusconi sotto schiaffo (giudiziario e politico) produce effetti positivi dal punto di vista elettorale.
Insomma, comunque sia per il Pd la sentenza della Cassazione non è di sicuro una buona novella.