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Chi sono e cosa vogliono i preti ribelli austriaci della “Pfarrer Initiative”

“Noi non abbiamo diritti in questa Chiesa: siamo cittadini di due mondi differenti, di una società secolare, democratica; e cittadini della Chiesa, ma senza diritti, in una dittatura”. Sono parole forti, quelle usate qualche giorno fa alla Westminster Presbyterian Church di Pasadena da padre Helmut Schüller, nel suo tuor americano “The Catholic Tipping point” (il punto di svolta cattolico). Quindici tappe per altrettante città visitate, da Philadelphia a Boston, da Cleveland a Long Island, facendo quasi sempre il pieno di ascolti nelle parrocchie o negli auditorium dove veniva ospitato, grazie al sostegno di diverse organizzazioni cattoliche progressiste, come “FutureChurch” o “2Call to Action”.

“Appello alla disobbedienza”
Schüller è uno dei parroci austriaci, e oggi certamente il loro esponente più in vista, che nel 2006 hanno fondato la “Pfarrer Initiative” (Iniziativa dei parroci), un movimento di riforma ecclesiale che chiama alla ribellione contro le gerarchie ecclesiastiche, indegne di rappresentare i “cittadini della Chiesa” perché non soggette ad alcun controllo, e promuove la discussione su una serie di questioni etiche e pastorali, oggetto di un vero e proprio “Appello alla disobbedienza”, che ha scosso la Chiesa di qua e di là dell’Atlantico.
L’Iniziativa ha avuto una impennata di consensi in particolare dal 2011, a seguito dei numerosi scandali di abusi sui minori che hanno coinvolto la Chiesa, compresa l’arcidiocesi di Vienna, dove monsignor Schüller fino al 1999 era vicario generale del cardinale Christoph Schönborn e presidente della Caritas nazionale, soprattutto tra gli ecclesiastici austriaci (si parla di circa un decimo del clero nazionale), ma anche tra esponenti della Chiesa in Germania, in Francia, Slovacchia, Stati Uniti, Australia.

Apprensione in Vaticano
In Vaticano, ha spiegato Sandro Magister, “l’iniziativa è seguita con parecchia apprensione”, come testimoniato dall’omelia di Benedetto XVI nella messa crismale dell’aprile 2012, nella quale si chiedeva: “La disobbedienza è una via per rinnovare la Chiesa?”; nonché da una riunione tenuta presso l’ex Sant’Uffizio nel gennaio dello scorso anno tra una rappresentanza di vescovi austriaci e i vertici di alcuni dicasteri romani, ma senza che siano state promosse finora “azioni canoniche contro di essa”.
Al momento ci hanno pensato alcuni alti prelati Usa a contrastare la predicazione di Schüller nei suoi incontri recenti sul suolo statunitense. Tra questi, Sean Patrick O’Malley, arcivescovo di Boston, uno degli otto porporati scelti da Papa Francesco per coadiuvarlo nella riforma della curia, ha negato l’accesso alla parrocchia di Santa Susanna sostenendo che “Schüller non può parlare in alcuna parrocchia cattolica in quanto espone tesi che sono in contrasto con gli insegnamenti della Chiesa”; e l’arcivescovo di Philadelphia Charles Chaput ha specificato come il messaggio del prelato austriaco “danneggia l’unità della Chiesa”.

La “Pfarrer Initiative”
Ma cosa vogliono veramente Schüller e i suoi seguaci? E’ lui stesso a spiegarlo in un’intervista al National Catholic Reporter: contrastare “la riduzione del numero di preti” e il calo delle vocazioni; in secondo luogo creare “un nuovo modello di insegnamento sulle relazioni sessuali”. Come? Per esempio, attraverso la fine del celibato per i preti; l’ordinazione femminile; la comunione per i divorziati risposati; la possibilità che anche cattolici praticanti che non abbiano ricevuto i voti, sia uomini che donne, possano pronunciare prediche e dirigere parrocchie; una revisione dei meccanismi di scelta dei vescovi. Anche se spesso, dietro a tali proposte, si intravedono soprattutto il desiderio di “decentralizzare l’autorità papale”, l’attacco alla “dittatura” della gerarchia e l’insoddisfazione verso la Chiesa come istituzione non collegiale: chi si oppone ai cambiamenti e “comanda davvero nella Chiesa – ha detto sempre l’altra sera a Los Angeles – sono i movimenti conservatori dei Legionari di Cristo e dell’Opus Dei”.

Un nuovo scisma alle porte?
In realtà, scrive La Nuova Bussola Quotidiana, esisterebbe ormai una Chiesa germanica sostanzialmente autocefala: “in Germania, e più in generale nei Paesi di lingua tedesca sta avvenendo con metodicità l’attuazione, passo dopo passo, dei desiderata della Pfarrer Initiative”. “Abbiamo così due cardinali arcivescovi, Schönborn di Vienna (che tuttavia ha preso le distanze dal movimento del suo ex vicario, ndr) e Woelki di Berlino, che pubblicamente hanno mostrato comprensione verso le unioni omosessuali, mentre altri due cardinali (Lehmann, vescovo di Magonza e l’ex curiale Kasper), col pubblico plauso di Schüller, si dichiarano favorevoli al diaconato femminile, richiesta di natura esclusivamente tattica, e che rappresenta il tentativo di aprire il terreno a una futura ‘ordinazione sacerdotale’ delle donne”.

È il pericolo, sosteneva più di un anno fa su L’Osservatore Romano il cardinale bavarese Walter Brandmüller, di un nuovo scisma, come avvenne per il movimento antiromano “Los von Rom” nato sempre in Austria alla fine dell’Ottocento. Un’eventualità che non spaventa Schüller e i suoi. I quali, adesso, non perderanno l’occasione di tirare per la tonaca Papa Francesco: “Ci fa sperare, davvero, perché i suoi primi gesti sono molto interessanti, il suo orientamento è verso un papato più semplice”, hanno ripetuto pochi giorni fa a Boston. Sono in buona compagnia.


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