Palazzo Chigi può strappare le stime sul Pil per il 2013. La contrazione dell’1,3% prevista dal governo è già stata superata, se si considera che a metà anno si registra già un calo dell’1,7%. E la crisi colpisce tutti i settori dell’attività economica, anche dell’agricoltura che finora aveva retto. La fragilità, anche nella fiducia di imprese e consumatori, resta e viene alimentata anche da un governo che non è ancora riuscito a decidere sul fisco, quindi su Imu e Iva, come sottolinea il Financial Times.
Il calo del Pil
Nel secondo trimestre 2013 il Pil è diminuito dello 0,2% sul trimestre precedente e del 2% sul secondo trimestre 2012. Lo comunica l’Istat.Mai situazione analoga dall’inizio delle rilevazioni nel 1990. Il secondo trimestre del 2013 è l’ottavo consecutivo in cui si registra un calo del Pil.
Il calo del Pil già acquisito a metà anno per il 2013 è dell’1,7%. E’ quindi già superata la previsione del governo che nelle stime ufficiali prevede un -1,3%.Tutti in calo i settori di attività economica che contribuiscono al Pil. In particolare, segnala l’Istat, nel secondo semestre dell’anno va giù anche l’agricoltura, insieme a industria e servizi, che viceversa nei trimestri precedenti aveva retto. E’ il primo calo per l’agricoltura dal terzo trimestre 2012.
Produzione industriale e settore auto
Secondo il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, intanto, “ci sono indicatori di fiducia e ordinativi positivi” e per “il terzo e quarto trimestre” è previsto un “segno congiunturalmente positivo”. E la produzione industriale a giugno sale dello 0,3% su maggio, un lieve aumento che segue il +0,1% del mese precedente. Rispetto a giugno 2012, il dato resta negativo, -2,1%. E’ la ventiduesima flessione tendenziale consecutiva. Per quanto riguarda gli autoveicoli, la produzione ha registrato a giugno un aumento tendenziale del 7,4% con una media però nel semestre del -6,4%. L’indice generale dei mezzi di trasporto è cresciuto a giugno del 2,2% con un calo sempre del 6,4% nel semestre.
Il confronto con Usa e Regno Unito
L’Istat osserva che “nello stesso periodo il Pil è aumentato in termini congiunturali dello 0,4% negli Stati Uniti e dello 0,6% nel Regno Unito. In termini tendenziali, si è registrato un aumento dell’1,4% sia negli Stati Uniti sia nel Regno Unito”.
Il sondaggio Confesercenti-Swg
Il 64,4% degli Italiani desidererebbe, per settembre, l’uscita dalla lunga recessione e per far questo è necessario una riduzione della pressione fiscale che si può ottenere con il taglio delle spese. E’ quanto chiede la Confesercenti presentando un sondaggio condotto con la Swg. Commentando i dati Istat che registrano “ancora un trimestre con il Pil negativo”, la Confesercenti sembra scettica sui segnali di uscita dalla crisi. “Altro che ripresa. E’ necessario con urgenza intervenire per ridurre la pressione fiscale e permettere alle famiglie di tornare a un livello accettabile di consumi”.
Il commento del Financial Times
“Gli ultimi dati mostrano che la recessione sta rallentando”, commenta il Financial Times, che tuttavia, sottolinea come “la recessione italiana è la più lunga dalla seconda guerra mondiale”. Bankitalia ha previsto una ripresa della crescita a partire dall’ultimo trimestre del 2013 e ha stimato una contrazione dell’1,9% del Pil nell’anno. “Ma gli economisti avvertono che i miglioramenti registrati nella fiducia di consumatori e imprese sono ancora fragili, con la coalizione di governo che cerca ancora di superare le divisioni sul taglio delle tasse”, conclude il quotidiano della City.