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Quanto Renzi somiglia a Berlusconi

Il paragone è venuto in mente a tutti. Guardando le foto di Matteo Renzi in versione “demolitore” con caschetto giallo e ruspa, mentre buttava giù una ex discoteca nel parco delle Cascine a Firenze, come non pensare al “Presidente operaio”, al coup de theatre elettorale che si inventò Silvio Berlusconi nel 2011 per apparire più vicino al “popolo” che poi avrebbe dovuto votarlo?

Ci ha pensato oggi anche Giampaolo Pansa che su Libero ha tracciato un confronto tra i due. Così, dopo Eugenio Scalfari su Repubblica, un altro padre del giornalismo italiano dedica le sue attenzioni al giovane sindaco di Firenze. Nel suo bestiario, Pansa oggi commenta: “Renzi potrà vincere perché somiglia al Cav”.

Quali sono i punti di contatto tra i due? Sicuramente la forza nel comunicare, con “la faccia” e con le parole. “Silvio Berlusconi è stato il primo leader italiano a capire quanto il volto poteva essere importante in politica”, scrive la firma di Libero che commenta quanto funzioni anche il “viso da ragazzo” di Renzi.

Entrambi poi hanno “resistenza fisica” nel comiziare e, fa notare il giornalista, “la logorrea è sempre una spia del carattere”. Ma oltre alle parole, sono i gesti a contare, l’”apparire” e “su questo terreno Renzi ha fatto passi da gigante: due anni fa non era nessuno, oggi lo riconoscono per strada dovunque”. L’empatia che ha sempre dimostrato il Cav. con la gente si rivede nel giovane rottamatore quando “saluta tutti”, quando “si ferma a dare il cinque ai ragazzini”.

Sarà forse per questa somiglianza che piace molto anche a destra. Sarà forse per questa somiglianza che Renzi sta puntando ultimamente a rafforzare la sua immagine a sinistra, dimostrandosi quanto mai antiberlusconiano, bacchettando il governo di larghe intese, partecipando alle feste Pd in Emilia, prospettando un programma economico-sociale con Yoram Gutgeld… Ma poi basta un caschetto giallo per smontare tutto.



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