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Rifondare il centrodestra? Una questione di ascisse e ordinate

Rifondare il centro-destra? Un argomento interessante, certo, ma forse è meglio prima capire di cosa si sta parlando.

Dal mio punto di vista si deve ricorrere a quei quadranti che ogni tanto appaiono sui social network e che, a seguito delle risposte ad un questionario ti pongono in alto a destra se sei liberale sia in economia che in temi sociali (libertarian: non vuoi nessuna interferenza dello stato, mercati liberi e droga libera, per estremizzare), in basso a destra se sei liberale in economia e “conservatore” sui temi sociali (mercati liberi ma la droga no e nemmeno le unioni gay), in basso a sinistra se sei socialista e moralista (lo stato interviene su tutto) e in alto a sinistra se sei “liberal”, tollerante nei costumi ma interventista in economia.

La parte Liberal è ben presidiata in Italia: tutta la sinistra, con diverse gradazioni (Vendola non la pensa proprio come D’Alema) è in quella casella lì.
In basso a sinistra troviamo la maggioranza della Lega, gli eredi più o meno spuri del neofascismo e i post-democristiani sia progressisti che moderati. Rigidi in campo sociale ed interventisti in economia. Nessuno si deve offendere: so bene che Storace non è uguale a Maroni che a sua volta è diverso da Casini o Scajola o Rosy Bindi. Ma insomma, ci siam capiti… Ovviamente molti di questi personaggi si affollano verso il centro del quadrante.

I Libertarian sono saldamente presidiati dai radicali e, avvicinandosi di più verso l’asse delle ascisse (orizzontale), troviamo qualche esponente di Scelta Civica e della rediviva Forza Italia e una buona parte di Fermare il Declino.
I Conservative sono alcuni cattolici almeno un pochino “liberali”, scarsi leghisti e qualche laico devoto: anche loro vicini al centro, soprattutto delle ordinate (verticale). Non fatevi rizzare i capelli, ma ci metterei Letta, Monti, Quagliarello e Formigoni da quelle parti.

Cosa manca all’Italia? Una grande forza o coalizione di forze che occupi il cerchio che ho disegnato a cavallo dell’asse delle ascisse e spostato a destra di quello delle ordinate. Un partito Tory britannico, una coalizione liberali-CDU tedesca o liberali e conservatori dei paesi nordici (tipo Svezia e Danimarca) o un Partito Popolare Spagnolo. I Repubblicani americani oggi non son a cavallo, ma saldamente nel quadrato “Conservative”. I liberali inglesi sono in alto dal punto di vista delle politiche sociali, ma al centro in quelle economiche.

E allora? Allora per l’Italia si tratta di decidere se è meglio cercare di costruire una grande forza che sotto la sua tenda raccolga un po’ tutti, come i Tory, il GOP americano o i Popolari spagnoli, oppure avere due gambe dello schieramento di centrodestra. Una liberale come la FDP tedesca o i liberali olandesi, svizzeri e nordici, ed una conservatrice- democristiana. La storia italiana e la scarsa simpatia della maggioranza della popolazione verso il liberalismo einaudiano mi induce a pensare che la soluzione due gambe sia l’unica praticabile (la mia preferenza é verso l’estremo limite in alto e a destra del cerchio, ma qui parliamo di quel che è possibile, non auspicabile)
Questo consentirebbe, nel caso in cui non ci sia né un maggioritario secco (ma chi ci spera più in Italia), né un doppio turno alla francese, bensì un proporzionale rafforzato, anche soluzioni d’emergenza, tipo la Grosse Koalition tedesca o i governi liberali-socialisti olandesi.

Nessuno può avere tutto. I liberali non otterranno il loro Stato Minimo e i democristiani dovranno mollare qualcosa, ma un programma politico realistico, quello che guardi ai prossimi 10 anni, si può ripromettere, ad esempio, l’obiettivo di riportare il bilancio in pareggio con spese ed entrate appena sotto il 40% del Pil o di regolare il fine vita senza ammettere l’eutanasia libera ma rinunciando alle fatwe di Sacconi.
Naturalmente il problema della leadership si porrebbe sotto due profili: liberali o democristiani? E soprattutto chi sarebbe il candidato premier? Sotto il primo profilo dipenderà da chi ha più filo da tessere, anche se finora, oggettivamente, la componente democristiano-moderata è stata prevalente nel Belpaese.

Il Lider Maximo? Bella domanda alla quale non so rispondere. Mentre il centro sinistra abbonda di lotte intestine ma esprime anche personalità abbastanza credibili (Renzi, Letta, forse -molto forse- Barca), nei quadranti di destra regna la penombra se non il buio. Emma Bonino è troppo in alto nello spicchio libertario e comunque si sente di pancia una donna di sinistra. Passera, Alfano, Marcegaglia? Mah… Per ora di condottieri con una “vision” ed un carisma sufficiente non se ne vedono.

Come tutti i modellini, anche questo fa finta che non ci siano alcune variabili importanti: Grillo, l’estrema sinistra, l’estrema destra (la Lega, se è furba, dovrebbe diventare l’ala federalista-nordista del partito moderato).
Infine c’è Renzi, politico anomalo che un bel giorno potrebbe catalizzare un po’ di moderatismo cattolico, riformismo socialdemocratico con un pizzico di liberalismo e guidare una cosa così:

E allora chissà se ce ne sarebbe ancora per qualcuno…


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