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La Petrolpolitik tra Russia e Arabia irrompe in Siria

La crisi mediorientale si fa più complicata, e sono gli accordi segreti tra le potenze in gioco a tirare le fila della crisi. L’Arabia Saudita, spiega infatti il Telegraph, ha proposto un accordo segreto alla Russia per spartirsi il controllo del mercato petrolifero globale e la tutela dei contratti russi del gas se il Cremlino rinuncia a sostenere il regime di Assad in Siria. La rivelazione arriva nel momento più alto delle tensioni in Medio Oriente, con Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia che si preparano a un attacco missilistico in Siria. E con l’Iran pronto alla ritorsione.

Il rialzo del prezzo del petrolio

Le tensioni nella regione hanno spinto il greggio al suo record degli ultimi cinque mesi, 112 dollari al barile. “Manca pochissimo ad una vera ascesa del prezzo del petrolio. Il mercato è molto più teso di quanto si possa credere”, ha spiegato Chris Skrebowski, editor di Petroleum Review.

L’incontro Putin-Bandar

Le trascrizioni di un incontro a porte chiuse tra il russo Vladimir Putin e il principe saudita Bandar bin Sultan hanno fatto luce sulla caparbietà della Realpolitik di entrambe le parti. Il Principe Bandar, a capo dell’intelligence saudita, si sarebbe presentato al Cremlino con un mix di concessioni e minacce per cercare di sbloccare lo stallo in Siria. “Esaminiamo come creare una strategia comune Arabia Saudita-Russia sulla questione petrolifera. L’obiettivo è accordarsi sul prezzo del greggio e sulle quantità prodotte che rendano stabili i prezzi nel mercato globale”, ha detto nella riunione durata quattro ore con Putin nella residenza del presidente fuori Mosca tre settimane fa. “Capiamo il grande interesse russo per il petrolio e il gas nel Mediterraneo da Israele a Cipro. E comprendiamo l’importanza del gasdotto russo in Europa. Non siamo interessati a competere con questo, ma possiamo cooperare in quell’area”, ha proseguito.

Il cartello russo con l’Opec

Queste discussioni sembrano mostrare un’alleanza tra Opec e Russia, che producono nel complesso oltre 40 mila barili di petrolio al giorno, il 45% della produzione mondiale. E questa mossa altererebbe senza vie d’uscita lo scenario mondiale.

La minaccia di attacchi terroristici ceceni durante le Olimpiadi invernali

I dettagli dell’incontro sono stati rivelati in un primo momento dalla stampa russa, e, in seguito, una versione più precisa è stata pubblicata dal giornale libanese As-Safir, legato a Hezbollah e ostile agli arabi. Secondo As-Safir il principe Bandar si sarebbe impegnato a salvaguardare le basi navali russe in Siria se il regime di Assad fosse stato rovesciato, ma ha anche insinuato attacchi terroristici ceceni durante i giochi olimpici invernali che si terranno a Sochi in assenza di accordi. “Posso impegnarmi a proteggere i giochi olimpici invernali l’anno prossimo. I gruppi ceceni che minacciano la sicurezza della manifestazione sono controllati da noi”, avrebbe insinuato.

Secondo Skrebowski non è chiaro cosa gli Arabi possano davvero offrire alla Russia sul gas, oltre a fare pressione sul Qatar e sugli altri per tagliare la produzione di Liquefied NAtural Gas – Lgn -. “Ma il Qatar non obbedirà mai agli ordini dell’Arabia”.


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