Angela Merkel vince ancora.
Le proiezioni in tempo reale indicano uno scenario molto bene definito. Sono nella sede ufficiale della SPD a Berlino, nel Willy Brand Zentrum e l’aria è di delusione profonda. Il popolo rosso ci aveva sperato in un risultato migliore di questo 26%.
L’unico momento in cui gli astanti esaltano è quando viene indicato il crollo della FDP, alleato della Merkel negli ultimi 4 anni. L’SPD guadagna un +3% e la CDU/CSU un +8% rispetto al 2009. Come avevo già detto, questo incremento di consenso (a fronte di una maggiore affluenza alle urne) dei principali partiti è dovuto da un lato allo sfaldamento della FDP a destra e dei Verdi e dei Linke a sinistra. La FDP non entra in Parlamento perché non ha raggiunto il 5%, il partito Anti Euro AfD sembra fuori, perché non supera, per ora, il 4,8%.
Deludenti anche i partiti di sinistra che perdono rispettivamente tra il 2 e il 4% dei consensi. Salgono i voti ai partiti minori, che non ottengono più del 2,5% ciascuno, alcuni nemmeno l’1%. Il partito dei Pirati, tanto esaltato ha il 2,1% ed è fuori ovunque. In Assia la partita è ancora aperta, con un testa a testa tra CDU/CSU e la SPD/Verdi.
La Germania sembra aver scelto Angela Merkel per un terzo mandato. Occorre comunque attendere gli esiti finali dei conteggi, ma sembra ormai chiaro a tutti che gli avversarsi della Merkel hanno fallito. Una maggioranza alternativa, seppur debole, potrebbe esistere solo con un’alleanza ROT-ROT-GRUN ossia SPD, Linke e Verdi. Il tutto è molto improbabile, sicuramente più plausibile un’alleanza CDU/CSU e SPD.
La Germania sceglie un leader pacato e contenuto. Sceglie un approccio moderato sotto ogni punto di vista: una politica non strillata né populista. Angela Merkel porterà avanti gli interessi della ricca e potente Germania, e intanto tremano le gambe ai leader dei Paesi mediterranei, che temono un ritorno a politiche restrittive e austere.
La lady di ferro tedesca, europeista convinta (per fortuna) è davvero colei che li domerà tutti, “one women to rule them all”.