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Finmeccanica, Ansaldo e il governo latitante

Niente più indiscrezioni o smentite. Finmeccanica ha confermato ai sindacati la trattativa per la cessione di Ansaldo Energia ai sudcoreani di Doosan-Heavy. E Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil chiedono un ruolo attivo del governo attraverso la Cassa depositi e prestiti, come capofila delle possibili acquisizioni industriali, oltre che di Ansaldo Energia, anche di Ansaldo Sts e Ansaldo Breda.

Una posizione chiara dal governo

“Il governo non può più stare alla finestra”, ha spiegato in una conversazione con Formiche.net il segretario nazionale della Uilm Giovanni Contento, e di sicuro, ha aggiunto, “è il momento di adottare una posizione chiara, unica e coerente, con cui si evitino dichiarazioni discordanti tra i diversi ministeri”. I sindacati hanno quindi chiesto un incontro urgente all’esecutivo minacciando la mobilitazione immediata in tutti gli stabilimenti coinvolti del gruppo Finmeccanica se il governo non fornirà le adeguate risposte.

La carenza di risorse di Finmeccanica

“L’ad Alessandro Pansa – ha proseguito Contento – ha confermato la strategia per il gruppo decisa nello scorso giugno 2011, tesa a concentrare le opportune risorse allo sviluppo dei settori, considerati core business ovvero: aeronautica, elicotteristica, elettronica della difesa e spazio. Proprio in quest’ottica Pansa ha riconosciuto che attualmente Finmeccanica, anche a fronte dell’eccessivo indebitamento e della scarsa generazione di cassa, non ha le risorse necessarie per sviluppare le attività di tutte le società. Ma a prescindere il governo deve prendere una decisione”.

Il ruolo della Cdp

“Riteniamo quindi indispensabile un immediato coinvolgimento del governo, al quale chiediamo di fornire chiare, una volta per tutte, la sua posizione sulle cessioni e di fornire tempestive indicazioni sulla possibilità di utilizzare il Fondo strategico Italiano della Cassa depositi e prestiti, per evitare la cessione del controllo azionario a soggetti esteri di importanti settori strategici per il Paese. È necessario che il patrimonio industriale, economico, professionale e occupazionale di Ansaldo Energia, Sts e Ansaldo Breda, sia salvaguardato in quanto indispensabile per la crescita industriale del nostro Paese”.

No allo spacchettamento di Ansaldo Breda

Solo ad inizio settembre fonti vicine al governo avevano stoppato le indiscrezioni sul dossier confermando sì l’interesse dell’azienda coreana Doosan per la società genovese che fabbrica turbine, ma ribadendo che non ci fossero accelerazioni sull’operazione. “Oggi siamo di fronte ai fatti, ad una trattativa ufficializzata, non più di fronte ad informazioni informali – commenta Contento -. Il problema è “complessivo e non riguarda solo Ansaldo Energia, per cui la priorità sicuramente non è la vendita. C’è tutto il tempo necessario per trovare un partner industriale adeguato, ma l’esecutivo non può essere spaccato su questa situazione, il Paese non può permetterselo. E, qualsiasi sia la scelta di Palazzo Chigi, i gruppi stranieri non possono certo pensare di venire a fare shopping in Italia. Il discorso vale soprattutto per Ansaldo Breda, e la nostra richiesta è di non spacchettarla”.

Le garanzie dei pretendenti stranieri

E quali potrebbero essere le garanzie dei gruppi interessati alle tre Ansaldo? ”Non abbiamo ancora ragionato sulle garanzie da fornirci nel caso in cui le tre Ansaldo siano cedute. Ma, certo, se questa fosse la scelta del governo, dovremmo sederci attorno ad un tavolo e decidere con i coreani di Doosan per Ansaldo Energia ad esempio, quali saranno gli investimenti sulle turbine di futura generazione.

L’interesse di General Electric per Ansaldo Breda e Ansaldo Sts

Ma Finmeccanica ha anche ammesso di trattare per il settore del trasporto ferroviario, per Ansaldo Sts e Breda quindi, con importanti gruppi manifatturieri esteri. General Electric in primis, secondo Contento. “La società americana ha già rilevato un gioiello come Avio Aereo e confidiamo che continuerà ad investirci”.

Il profilo occupazionale

“Gli occupati di Ansaldo Energia sono circa 5mila, intorno ai 2mila solo in Italia quelli di Sts, 2,3mila quelli di Ansaldo Breda. Per non parlare poi dell’indotto, per cui i numeri vanno moltiplicati almeno per tre o quattro. E’ arrivato il momento di affrontare un problema nell’aria già da qualche anno. Il governo non può stare a guardare”, conclude.

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