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Assicurazione vita, tutti gli effetti del taglio alle detrazioni

Stretta dell’Esecutivo sulle detrazioni per l’assicurazione vita e infortuni: ecco i mezzi dei risparmiatori per far fronte al taglio dei benefici fiscali.

Tra le spese più scomode che i cittadini italiani devono sostenere ci sono quelle assicurative. Alcune però, come l’Rc auto, sono obbligatorie, mentre altre, per esempio la copertura sulla casa e sulla vita, pur essendo facoltative, sono un investimento di grande utilità. Per ridurre i costi di queste è bene confrontare le assicurazioni migliori in rete e rimanere sempre informati sulle nuove norme che talvolta portano benefici e sgravi fiscali.

Un esempio è quello della detraibilità delle assicurazioni, che sfortunatamente è ad oggi, dopo che il Governo ha deciso per il taglio sulle detrazioni fiscali dei premi delle assicurazioni vita, intese come strumento di risparmio, un ricordo lontano. La cifra che fino a qualche giorno fa poteva essere detratta dall’Irpef è scesa infatti da 1.291,14 a 630 euro, con un ulteriore abbassamento a 230 euro a partire dal 2014.

La struttura della polizza e la sua durata portano i risparmiatori a restare legati al contratto (stipulato con qualsiasi compagnia, da Assicurazioni Generali a Unipol) per tutta il periodo di copertura. L’ultimo intervento del Governo rischia invece di vanificare qualsiasi vantaggio. Il malcontento non ha tardato a farsi sentire, come testimonia il Sole 24 Ore, che ha ricevuto una serie di lamentele da parte di risparmiatori confusi di fronte alla decisione dell’Esecutivo.

La riduzione dell’incentivo sulla diffusione delle polizze vita come strumento per alleggerire l’intervento dello Stato su sanità, previdenza e assistenza, crea in molti l’esigenza di trovare altre forme di risparmio. Il Sole 24 Ore fa un’analisi dei mezzi a disposizione dei risparmiatori per far fronte alla stretta, tenendo conto della diversa natura delle polizze e della riduzione del livello di detraibilità.

Una delle possibilità è quella di sospendere i versamenti del premio prima della scadenza naturale della polizza, clausola che solitamente è presente nei contratti assicurativi di questo tipo. In questo caso il contratto si dice ridotto e, in alcuni casi, è previsto l’addebito di una percentuale per ogni anno di sospensione, che viene detratta dal montante cumulato fino al momento della sospensione.

Si tratta di un’operazione che, tenuto conto della forte riduzione del capitale riscattabile, limita in maniera significativa il rendimento. Meglio quindi leggere con attenzione tutte le clausole del contratto prima della stipula, così da avere le idee chiare circa eventuali penalizzazioni e il metodo con il quale vengono applicate.

Un’altra clausola della polizza che può venire in aiuto ai risparmiatori che intendono chiuderla, è quella che prevede il riscatto dei versamenti prima della sua scadenza naturale. Anche questa è un’operazione che porterà ad una penalizzazione del capitale, nella misura indicata sul contratto. Il vantaggio di procedere al riscatto dipende dal numero di anni di anticipo, rispetto alla scadenza naturale. Il Codice delle assicurazioni dà al sottoscrittore il diritto di essere informato circa l’ammontare del valore di riscatto e il valore ridotto a scadenza.

Se il contratto lo prevede, l’assicurato ha anche la possibilità di optare per la riduzione dei versamenti periodici. Questa verrà determinata in base all’ammontare del versamento iniziale, andrà sicuramente a penalizzare il capitale assicurato ma allo stesso tempo darà la possibilità al risparmiatore di avere liquidità da investire con uno strumento finanziario più vantaggioso.

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