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Intesa, Unicredit e non solo, ecco perché le banche strozzeranno imprese e famiglie. Report riservato di Kpmg

Fine della crisi? Fine del credit crunch con la ripresa delle banche? Tutto il contrario, man mano che gli istituti ripuliscono i bilanci e passano al vaglio crediti scaduti o deteriorati, la stretta a famiglie e imprese aumenta e aumenterà ancora. Uno scenario che, come spiega un paper riservato della società di consulenza Kpmg, apre la strada a una nuova fase della stretta creditizia. E con costi sempre in crescita per i clienti.

La difficoltà di famiglie ed imprese e il circolo vizioso del deterioramento del credito

“Nel 2012 – sottolinea il report – sembra delinearsi una seconda ondata della crisi per quel che riguarda il deterioramento della qualità del credito. Preoccupa soprattutto l’incremento sostenuto dei crediti scaduti, primo segnale dell’ulteriore e generalizzato momento di difficoltà di famiglie ed imprese, le cui prime anticipazioni erano state ravvisate nel corso dell’esercizio 2011”.

L’allarme per i gruppi bancari più piccoli

“Per contrastare questa tendenza i gruppi bancari nell’ultimo anno si stanno focalizzando con maggiore attenzione alle politiche di accantonamento, con conseguente notevole incremento delle rettifiche su crediti. Tra i diversi cluster dimensionali osservati si segnala un trend piuttosto allarmante per i gruppi piccoli, che registrano la quota maggiore di crediti deteriorati e la dinamica probabilmente più rischiosa. Nel 2012 si registra la flessione dei crediti ristrutturati per la prima volta dall’inizio della crisi”.

I crediti deteriorati nel 2012

Nel 2012 è proseguito il trend di peggioramento della qualità del credito: i crediti deteriorati netti si attestano a 143 miliardi di Euro, con un aumento anno su anno del 19,2%, corrispondente a circa +23 miliardi di Euro. Gli incrementi più consistenti sono stati osservati per i gruppi medi (+26,6%) e grandi (+22,4%) che, insieme ai gruppi maggiori, vedono peggiorare la dinamica delle ‘partite anomale’. Per i gruppi piccoli il trend è invece migliorato, anche alla luce del fatto che nel 2011 questi avevano segnato gli incrementi più elevati. Se si osserva la dinamica nei quattro anni i crediti deteriorati sono aumentati del 53%. La situazione più difficile è quella che interessa i gruppi di dimensioni medie, per i quali i crediti dubbi sono passati dai 12,8 miliardi di Euro del 2009 ai 23,5 miliardi del 2012, con un incremento dell’84%.

Il confronto internazionale e la regolamentazione italiana

“Questi trend negativi delle banche italiane, sicuramente con impatti più importanti rispetto a quanto contabilizzato dai peers europei (e internazionali), sono comunque anche da considerare alla luce del maggior rigore della regolamentazione italiana per quel che riguarda la contabilizzazione delle partite dubbie”, evidenzia Kpmg.

La categoria che ha registrato il maggiore incremento è stata quella dei crediti scaduti, “denota un peggioramento generalizzato del credito e riflette le difficoltà di famiglie e imprese”.

Il costo del credito

Il costo del credito (rettifiche su crediti in rapporto all’ammontare di crediti verso la clientela netti) è aumentato considerevolmente per tutte le categorie dimensionali, soprattutto per i gruppi piccoli. Il valore più elevato dell’indicatore è registrato proprio dai gruppi piccoli (3,5%), a causa del considerevole incremento delle rettifiche registrato nell’ultimo anno (+213%).

Il bello deve ancora venire…

Segnali di attenzione arrivano, quindi, “sia dall’accelerazione del tasso di crescita dei crediti deteriorati nel loro complesso, ma soprattutto dall’aumento dei crediti scaduti, che potrebbe anticipare una ulteriore ondata di difficoltà per il settore del credito; come dire che la fase più acuta della crisi non è da considerarsi ancora superata. Nonostante le pesanti rettifiche su crediti
attuate nel 2012 dai gruppi bancari, il livello di copertura dei non performing loan si mantiene sui livelli degli anni precedenti”, conclude il report.


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