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Casaleggio spernacchiato amabilmente da Repubblica

Lo show di Gianroberto Casaleggio ieri a Cernobbio ha meritato ampie e documentate cronache sui quotidiani di oggi. Ma spetta a un giornalista serio e competente come Federico Fubini, già al Giornale e al Corriere della Sera, e ora firma di punta del quotidiano Repubblica, l’articolo più puntuto seppure documentato. Ovvero: la rivincita dei cronisti attenti ai fatti a scapito delle penne leggere e spesso docili.

Fubini nel suo articolo oggi sul quotidiano diretto da Ezio Mauro fa notare ad esempio che solo il consigliere Internet della campagne di Obama, Michael Slaby, ha risposto colpo su colpo. Infatti mentre molti politici e troppi banchieri hanno slinguettano a colpi di dichiarazioni le idee magnifiche e progressive del profeta, e cofondatore, del Movimento 5 Stelle, l’obamiano ha replicato a tono alle tesi del consulente Casaleggio, che sul blog di Beppe Grillo ha pubblicato al momento una striminzita sintesi del suo intervento, preannunciando la versione integrale.

Il duetto Casaleggio-Slaby

Scrive Fubini oggi su Repubblica: “L’italiano annuncia la fine irreversibile dei media tradizionali (“strumento del potere”) e l’americano avverte: “I giornali non sono più il martello pneumatico che erano, ma contano ancora”. Inoltre “l’italiano avverte che il web sta soppiantando gli altri mezzi di comunicazione, e l’americano nota che “non è un gioco a somma zero, oggi i giovani stanno sui social network e davanti a giornali o tv allo stesso tempo”. E mentre “Casaleggio si irrita per i tweet inviati dalla sala sul suo intervento, rifiuta i fotografi in sala e ignora i cronisti, l’americano controbatte: “Dobbiamo accettare che non abbiamo più il potere di controllare l’informazione””.

Banchieri adoranti

Ma in fondo – chiosa Fubini – “a Cernobbio la coerenza degli argomenti non conta poi molto: l’importante per una mattina è incrociare l’avversario e farlo proprio”. Così l’inviato di Repubblica nota che”i banchieri Enrico Cucchiani (Intesa) e Federico Ghizzoni (Unicredit) esprimono il loro apprezzamento per Casaleggio. Solo Renato Brunetta ha qualcosa da eccepire”.

Casaleggio come Bertinotti all’Ambrosetti

“Forse – rileva Fubini – Brunetta sospetta che Casaleggio per un giorno all’Ambrosetti si è calato nel ruolo che un tempo qui spettava a Fausto Bertinotti: il nemico ideale, benvenuto tra gli avversari perché in fondo innocuo nella sua radicalità”.



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