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I travagli della Corea del Sud sui caccia da combattimento

Niente da fare per Boeing. La Corea del Sud ha respinto l’offerta dell’unico candidato rimasto in gara per la fornitura di 60 nuovi caccia da combattimento per l’aviazione di Seul. Boeing era l’unica tra le compagnie in gara a rientrare nel tetto di spesa fissato dal governo sudcoreano a 8mila miliardi di won, pari a 7,7 miliardi di dollari.

L’amministrazione che fa capo ai programmi di acquisto per la difesa (Dapa) ha considerato gli F-15 Silent Eagle inadeguati per le esigenze di sicurezza sudcoreana, nell’ottica di ipotetici conflitti contro i nordcoreani e per quanto riguarda carenze nella tecnologia stealth per non essere intercettati.

“I componenti del comitato hanno deciso a maggioranza di respingere il progetto”, ha detto il portavoce del ministero della Difesa, Kim Min-seok. La decisione, ha aggiunto, “è stata presa tenendo in considerazione la situazione della sicurezza legata al programma nucleare nordcoreano e il rapido sviluppo della tecnologia aeronautica”.

Come scriveva a novembre dello scorso anno The Diplomat, l’ F-15 Silent Eagle è considerato da molti addetti del settore un mezzo a cavallo tra quarta e quinta generazione, non ancora pienamente in quest’ultima, come al contrario sono i velivoli di Paesi rivali quali Russia e Cina.

In un’intervista al magazine online australiano, Howard Berry, direttore della campagna F-X di Boeing, contestava in parte questa opinione: “Sfido a dare una definizione di quinta generazione. Cambia quotidianamente a seconda di cosa si sta discutendo. Preferiamo non fare distinzioni parlando di generazioni. I Silent Eagle sono progettati per soddisfare le richieste di clienti attuali ed emergenti”

Per rinnovare la flotta sudcoreana sarà ora aperta una nuova gara. Già ad agosto 15 ex capi di stato maggiore dell’aeronautica avevano firmato una petizione chiedendo di rivedere la procedura d’assegnazione, definita “irrazionale”, che aveva escluso gli F-35 della Lockheed Martin e gli Eurofigher Typhoon della EADS perché troppo costosi per i limiti fissati da Seul.

“Sono sorpreso, tutti quanti dalla Boeing in giù credevano ci sarebbe stata una selezione”, ha sottolineato James Hardy, della rivista di settore IHS Jane’s Defence Weekly, citato dal Financial Times. “Il fatto che abbiano riaperto la gara lancia un segnale: l’unico aereo che vogliono è l’F-35″.

Considerati gli storici legami tra Corea del Sud e Stati Uniti, che hanno 28mila soldati di stanza nel Paese, è opinione comune che la preferenza di Seul vada per i velivoli della Lockheed Martin. Anche per questo, secondo analisti citati dal quotidiano della City, l’aver indirizzato la gara verso la Boeing è stato in realtà un tentativo per spingere Washington, che di fatto tratta gli F-35, ad abbassare il prezzo.

A questo punto servirà almeno un anno per l’intero processo di revisione del progetto, ha sottolineato il portavoce della Difesa. Sul tavolo ci sono varie ipotesi: ridurre il numero dei velivoli, aumentare i fondi a disposizione, far ricadere la scelta tra diversi mezzi.


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