L’obiettivo del pareggio di bilancio nel 2013 per l’Italia si allontana sempre più. Ad ogni misura decisa dal governo Letta fino ad oggi si è fatto fronte con tagli su altri capitoli di spesa, magari già stanziati, o con nuovi aumenti della pressione fiscale, come ha sottolineato nel suo ultimo report l’istituto liberista Bruno Leoni. Ma la Bce sembra scettica sulla possibilità che l’Italia riesca veramente a mantenere la promessa del pareggio di bilancio. Anche perché i costi per rifinanziarsi aumentano e di tagli alla spesa pubblica davvero incisivi non ci sono tracce.
I numeri dell’Eurotower
In Italia i dati di cassa fino a luglio 2013 indicano un fabbisogno finanziario cumulato di 51 miliardi di euro, in aumento da quasi 28 miliardi rispetto allo stesso periodo del 2012: “Il peggioramento – avverte la Bce nel suo ultimo bollettino mensile – dovuto soprattutto all’erogazione di sostegno al settore finanziario e al rimborso di arretrati, mette in risalto i rischi crescenti per il conseguimento dell`obiettivo di disavanzo delle amministrazioni pubbliche nel 2013”.
Il nodo Imu
L’istituzione monetaria ricorda che ad agosto “il governo ha annunciato, per l’anno in corso, l’abolizione della prima rata dell’imposta sulle abitazioni principali di proprietà. Il mancato gettito, pari a 2,4 miliardi di euro circa, ossia lo 0,1% del Pil, sarà compensato mediante un contenimento della spesa e maggiori entrate”. Uno stop all’Imu che le istituzioni internazionali, Ocse compresa, avevano sconsigliato al governo Letta considerando la minore tassazione sugli immobili in Italia rispetto ad altri Paesi dell’eurozona e sostenendo invece tagli su altri fronti che avrebbero impresso uno stimolo alla ripresa più incisivo.
Il focus sul risanamento di bilancio
I Paesi dell’area euro non devono infatti abbassare la guardia sul risanamento dei conti pubblici, avverte la Bce. “Hanno compiuto notevoli progressi nella riduzione degli squilibri, seppure con marcate differenze. Servono tuttavia ulteriori interventi di risanamento per condurre le finanze pubbliche su un percorso sostenibile”, si legge. “Sebbene le tensioni nei mercati finanziari si siano allentate negli ultimi dodici mesi, il livello di guardia non va abbassato – prosegue la Bce – dati gli ampi ritardi nel risanamento che permangono in alcuni paesi. La composizione del risanamento dovrebbe privilegiare misure che favoriscano la crescita, dando priorità al contenimento della spesa pubblica improduttiva”.
I nuovi controlli previsti dal Two Pack
In caso di “inosservanze particolarmente gravi” di un Paese sulle regole europee per la sana gestione dei conti pubblici, la Commissione Ue deve avanzare “richieste di revisioni” dei piani di bilancio, ricorda la Banca centrale europea citando le nuove regole che stanno entrando in vigore. “A seguito dell’adozione dei due regolamenti che costituiscono il two-pack, i paesi dovranno predisporre i documenti programmatici di bilancio entro la metà di ottobre”.
“Tali documenti saranno esaminati con attenzione dalla Commissione europea, che entro fine novembre indicherà in un parere se rispettano gli obblighi di politica di bilancio stabiliti nel Patto di stabilità e crescita. Qualora giunga a una valutazione di ‘inosservanza particolarmente grave’ – prosegue la Bce – la Commissione europea dovrebbe avanzare, previa consultazione del Paese interessato, una richiesta pubblica di revisione del documento programmatico”.
Secondo l’Eurotower, “se applicati con rigore, i due regolamenti menzionati saranno uno strumento importante per rafforzare ulteriormente l’efficacia della sorveglianza sui conti pubblici nell’area euro”.
Il mercato del lavoro e la linea morbida sui tassi
E la Bce si impegna a mantenere una politica accomodante ancora a lungo. Del resto, da un lato “i dati nell’area euro suggeriscono in prevalenza che le condizioni dell’occupazione si sono costantemente deteriorate negli ultimi trimestri a causa della debole attività economica”. Dall’altro, aggiunge, “i recenti dati mensili sulla disoccupazione suggeriscono prospettive lievemente più favorevoli, in quanto il tasso di disoccupazione nell’area dell’euro è rimasto stabile dal mese di marzo”. In generale “è probabile che l’occupazione si sia ridotta ulteriormente nel secondo trimestre del 2013 e si prevede che diminuisca anche nel terzo”, conclude la Bce.