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Vi spiego come il debito farà esplodere la Francia. Parola di economista francese

La Francia ha detto addio alla Grandeur, all’idea di forte potenza mondiale di cui si è sempre vantata. Alta disoccupazione, deficit fuori controllo e tassazione che i francesi cominciano a definire insostenibile mettono sempre più in difficoltà il presidente François Hollande, che rischia di perdere di fatto il suo ruolo nell’alleanza a due con la Germania alla guida dell’eurozona. Ma, soprattutto, quanto pesa sulle casse di Berlino una “Grande Parigi”? E con un’uscita dall’euro la situazione migliorerebbe?

A porsi domande e a fornire le risposte, durante la presentazione italiana del Manifesto di Solidarietà Europea avvenuta in un convegno organizzato ieri alla Link University, è stata la francese Brigitte Granville, della School of Business and Management, Queen Mary University di Londra (Regno Unito). La vera ripresa di Parigi, secondo l’economista, potrebbe verificarsi solo attraverso l’attuazione di riforme serie, che invece, grazie ai trasferimenti tedeschi e al sostegno della Bce che rende economico il finanziamento pubblico, si continua a rimandare. Ma senza riforme il debito di Parigi è destinato ad esplodere. Ecco le ipotesi di Granville sulla base dei due scenari possibili per il futuro francese: l’uscita dall’euro o il proseguimento con la moneta unica. 

Primo scenario: la Francia lascia l’euro

Come ha sottolineato l’economista, ci sono 20 punti percentuali di differenza nel costo del lavoro tra Francia e Germania, e Parigi ha un tasso di disoccupazione cronico, oggi all’11%, con quella giovanile al 23%. Inoltre “la regolamentazione francese del mercato del lavoro è molto stretta: è difficile assumere persone per via del costo del lavoro e questo ripercussioni si manifestano sui servizi”.

“Nel decennio passato – ha proseguito – la perdita della quota dell’export e il basso margine di profitti per le imprese hanno ridotto la capacità di creare lavoro, e la crisi francese potrebbe aggravarsi se la Francia restasse nell’euro. Fino al 2011 c’è stata una tolleranza del mercato nei confronti dell’economia di Parigi ma la soluzione è portare avanti sforzi realistici e questi potrebbero essere fatti grazie ad un’uscita dall’euro, perché l’eurozona continuerà a sprofondare nella crisi”, ha commentato Granville.

Secondo scenario: la Francia resta nell’euro

Se Parigi proseguisse con la moneta unica “i trasferimenti dalla Germania continuerebbero, gli aggiustamenti fiscali sarebbero dilungati e ci sarebbe una crisi del debito sovrano. A questo punto la Francia potrebbe abbassare il suo grado di competitività pur di essere finanziata dalla Germania e dovrebbe sperare nell’autonomia della Bce perché le condizioni fiscali resterebbero uguali. L’effetto di questa politica – ha evidenziato Granville – costerebbe un peggioramento del rapporto debito/Pil che metterebbe in dubbio la sostenibilità stessa debito francese. La facilità con cui Parigi prende in prestito fa comodo ad una classe politica che continua a postporre le riforme, ma questo rende la popolazione francese molto più vulnerabile alle condizioni di mercato. In assenza di riforme, stimiamo un aumento del rapporto debito/Pil che potrebbe arrivare al 250%, e nemmeno i tedeschi sarebbero disposti a guardare questa cifra”, ha concluso Granville.

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