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Forza Italia rinasce? Rinasca anche una moderna Destra (anti privatizzazioni). Appunti da Mirabello

Un potenziale bacino elettorale di almeno tre milioni di voti che, incoraggiati da una proposta credibile e unitaria, potrebbero tornare a dare linfa alla nuova destra italiana. E’la mia convinzione al termine della 32a festa di Mirabello conclusa ieri con un dibattito sul ruolo del “valore italiano” alla presenza dell’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno. Il nostro obiettivo era ripartire dopo aver toccato il fondo e aver metabolizzato errori e discrepanze.

Da Mirabello, da Orvieto e tra qualche giorno da Atreju, mi auguro maturi una nuova e netta consapevolezza: se rinasce Forza Italia per dare slancio alle istanze liberali, non vedo perché non debba rinascere a destra un rassemblement moderno, unitario e fondato sull’azionismo italiano. Il riferimento è all’appello lanciato da mesi sull’unità della destra italiana che, “dopo raduni estivi, dibattiti e fiumi di inchiostro, adesso va concretizzato in un’operazione verità, per questo vedo nell’appuntamento entro il prossimo 12 ottobre a Roma proposto da Gianni Alemanno un utile e decisivo punto di partenza.

Indipendentemente da ciò che accadrà nella giunta del Senato, il Paese ha necessità di ripartire da un decalogo di virtuosismi che consentano all’Italia di affrontare i macigni della crisi. Penso ad una politica industriale degna di questo nome che per rompere le catene, così come ha osservato Enrico Letta dal forum Ambrosetti, deve dotarsi di artigli e tronchesi che abbattano i lacci che impediscono di fare impresa e la burocrazia pachidermica. Penso alla valorizzazione delle eccellenza italiane, come il tessile e il manifatturiero, oggi soffocati dalla concorrenza cinese per via di una clamorosa sottovalutazione da parte di amministratori miopi.

Penso al regime di privatizzazioni annunciate dal ministro Saccomanni, che non debba però tradursi in svendita dell’argenteria di famiglia, in quanto Finmeccanica, Eni e Poste sono patrimonio dello Stato italiano e, per quanto possibile, vanno sostenute piuttosto che smembrate così come gli altri Paesi membri fanno senza per questo che li si accusi di protezionismo. Per queste ragioni entro l’autunno nasca una proposta politica unitaria, seria e credibile,  che dia fiato a chi crede nella sovranità nazionale e in una destra capace non afflitta da populismi.


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