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In Germania la Merkel gioisce ma non troppo

Grazie all’autorizzazione del gruppo Class editori pubblichiamo il commento del direttore del quotidiano Italia Oggi Pierluigi Magnaschi.

Il sistema politico elettorale tedesco non è facile da spiegare a un italiano. In Germania, ad esempio, non c’è solo una Democrazia cristiana (la Cdu) ma ne hanno addirittura due (c’è infatti anche la Csu che è la Dc autonoma che opera in Baviera, dove, appunto, la Cdu non si presenta per lasciare il campo libero alla Csu).

In Baviera, dove vivono 12,5 milioni di persone (sul totale di 80,5 milioni di tedeschi), dove hanno sede industrie di punta come la Bmw e la Siemens e dove il tasso di disoccupazione è pari, con il 3,8%, a quasi la metà del dato nazionale (6,8%), la Dc regionale (Csu) è abituata, da sempre, a prendersi la maggioranza assoluta dei seggi. L’ultima volta, aveva mancato di poco l’obiettivo. Ma, domenica scorsa, l’ha centrato di nuovo, in pieno.

Il successo della Csu è indubbiamente una buona notizia per la Merkel. Ma c’è un rovescio della medaglia che preoccupa molto la Cancelliera. In Baviera infatti i liberali sono finiti al 3% cioè al di sotto della barra del 5%. Solo superando il 5%, un partito, in Germania, può entrare in Parlamento. Se sta sotto, perde tutto. È come se non si fosse presentato. Come capita adesso ai liberali. E si teme (perché questo lo avevano lasciato capire anche i sondaggi pre-elettorali) che, anche a livello nazionale, i liberali non riescano a superare il 5%, domenica prossima, dall’oltre 10 che avevano ottenuto in precedenza.

Se ciò succedesse, alla Merkel verrebbe meno una stampella troppo importante. Oggi infatti la Merkel governa la Germania assieme ai liberali. È vero che la Merkel è in testa nelle preferenze dei tedeschi, ma non può certo sperare di conquistare la maggioranza dei voti come è successo in Baviera.

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