Giuliano, l’Andreotti della sinistra riformista e felpata, è molto… Amato da Re Giorgio. Ma l’ennesimo incarico al recordman mondiale delle poltrone, degli stipendi, dei vitalizi e delle pensioni (32 mila euro lordi al mese!) dimostra scarsa sintonia tra il primo cittadino della Repubblica e il Paese reale.
Come potrà essere accolta nel Sud, che detiene i primati della disoccupazione, in Calabria, dove solo la metà dei cittadini risulta occupata, la promozione nell’ambito e molto ben retribuito incarico di giudice costituzionale dell’ex premier, ex vice premier, ex vicesegretario PSI, ex ministro del Tesoro, ex Presidente della Treccani, sulla breccia politico-ministeriale da quando Berta filava.
Già Napolitano aveva provocato dissensi e critiche con la recente scelta di 4 nuovi senatori a vita, tra cui la professorona Cattaneo, gratificata di uno stipendione, a soli 50 anni, nel mezzo del cammino della sua bella, e ben retribuita, carriera.
E adesso un altro assist del Colle a Beppe Grillo con la designazione del nuovo e… Amato membro della Consulta, che sostituirà, il 14 settembre, Franco Gallo, che ha presieduto la Corte dal 26 gennaio.
Il “Dottor sottile”- che, dopo Giolitti, il suo secondo “azionista di riferimento”, Bettino Craxi, poi tradito durante Tangentopoli, definiva “professionista pagato un tot all’ora”- è un giovanotto di 75 anni. Si insedierà sulla ambita poltrona di giudice, in un momento complesso per la Corte, chiamata a pronunciarsi su casi assai critici per la nostra vita pubblica.
Prima della riconferma di Napolitano, il nome di Amato era circolato tra i candidati al Quirinale grazie, in primo luogo, alle tante e solide amicizie “bipartisan”, coltivate dal professore di Grosseto molto più abilmente rispetto ai progressisti trombati, Marini e Prodi.
Adesso Giuliano potrà concorrere all’incarico di nuovo Presidente della Consulta. Poltrona per la quale, fino alla nomina di Amato, i nomi più accreditati erano quelli di Mazzella, eletto in Parlamento dal centrodestra, e di Silvestri, in quota centrosinistra.
Ma, quando Napolitano, non prima di aver compiuto 90 anni, of course, deciderà di lasciare il Quirinale, Amato potrà intonare la canzoncina di Jannacci, che ha fatto da colonna sonora al suo fluviale curriculum politico-tecnico: “Grandi elettori, vengo anch’io….!”.
E Giuliano potrebbe traslocare al Quirinale dal Palazzo della Consulta, diviso da pochi metri dalla Presidenza della Repubblica dove, nella crisi sempre più grave dei partiti, continua a regnare Re Giorgio II da Napoli, assolutamente indifferente alle critiche di Barbara Spinelli e di Stefano Rodotà.