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Il Guinness del nichilismo

guinnessaldo grasso, nella sua rubrica su sette del corriere della sera, discetta sulla contesa tra “il presenzialista fortini” e “l’apparizionista cocco” per entrare nel guinness dei primati delle apparizioni televisive: “chi vincerà tra mauro fortini e alessandro cocco?” si chiede grasso “ma, soprattutto, per esistere, per non sprofondare nell’anonimato, per essere riconosciuti dagli altri è proprio necessario apparire in tv?”.

mi chiedo: ma che senso ha un guinness delle apparizioni televisive? da sempre l’umanità ha onorato l’eccellenza. solo nella modernità, però, quest’ultima ha assunto carattere quantitativo e non qualitativo. onorare gli eroi, gli artisti, i santi comporta il pubblico ringraziamento per quanto hanno fatto per gli altri e la loro elezione a modello di vita. promuovere record fini a stessi – come quello delle apparizioni televisive che segna niente altro che il colossale spreco di tempo di chi lo persegue – è puro nichilismo (ideologico e pratico)

 

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