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Il prestito a rischio ritorna a espandersi, Bri lancia l’allarme

Aumenta di nuovo il prestito a rischio e le banche si indebitano per assicurare liquidità. C’è chi prospetta lo spettro della crisi finanziaria.

 

Prestiti e mutui sono prodotti molto richiesti dai consumatori, tuttavia prima di scegliere un finanziamento è necessario scegliere con cura e consapevolezza l’offerta ideale. Al fine di evitare brutte sorprese è consigliabile mettere i prestiti delle principali banche a confronto e selezionare quello più in linea con le specifiche esigenze di ciascun cliente.

 

La pratica del prestito a rischio ritorna a espandersi in Europa: l’allarme è stato lanciato dalla Bri, Banca dei Regolamenti Internazionali, che mette in luce la situazione del sistema finanziario e le preoccupanti prospettive per il futuro. L’offerta dei prestiti più convenienti si accompagna a tassi di interesse sempre più bassi e ha portato le banche di tutto il mondo a indebitarsi pur di offrire liquidità ai clienti.

 

Contemporaneamente i risparmiatori, pur di disporre di liquidità per le spese di tutti i giorni, hanno accettato anche di percorrere le strade più pericolose. Ad aumentare sono anche i prestiti personali rilasciati ai debitori giudicati “a rischio di insolvenza”. Come si legge nel report della Bri, “le emissioni di obbligazioni e prestiti nel segmento più rischioso sono risultate assai vigorose, in un clima analogo all’esuberanza che aveva preceduto la crisi finanziaria mondiale”.

 

Secondo l’authority, le obbligazioni ad alto rendimento emesse dalle aziende europee sarebbero salite al 15%, una situazione che si era manifestata pure nel 2007, proprio a ridosso dell’inizio della crisi economica.

 

La forte analogia tra la situazione attuale e il passato è chiara secondo William White, che ha lavorato nel Bri ed è oggi all’OCSE: “Questa situazione mi fa pensare al 2007, ma questa volta, forse, è anche peggio. Tutti gli squilibri del passato ci sono ancora e i livelli complessivi di debito pubblico e privato in rapporto al Pil nelle economie avanzate sono aumentati del 30%”.

 

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