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Il w-e di feste e lavori in corso tra Monti, Renzi e Berlusconi

Per la politica italiana è stato un week end di lavori in corso su tutta la penisola. Si parte in un poco scaramantico venerdi 13 con la festa marinara di Scelta Civica, condita da alcuni spunti interessanti, ma impregnati dall’eccesso di salsa borghese radical chic in un partito mai partito ed in cerca di una sua collocazione.

Nell’avvertimento finale lanciato dal suo comandante in capo, il prof. Monti, si capisce quanto il politico sen. Monti fatichi a gestire un gruppo di eletti neofiti – così definiti dalla neofita sottosegretario Borletti Buitoni – che navigano a vista in cerca di un approdo o forse, a voler essere maliziosi, di una zattera che possa raccoglierli in caso di elezioni a breve.
Monti ci mette del suo nel dichiarare che destra e sinistra in Italia non hanno una loro cultura di fondo, raggiungendo poi l’apoteosi con la richiesta di un patto di coalizione agli alleati di governo che suona più come una battuta di spirito che un avvertimento. Ma almeno in questo il senatore è riuscito a strappare un sorriso alla platea ed a coloro che hanno letto oggi sui giornali la cronaca dell’evento.

Chi, con l’occasione, si aspettava la presentazione di un progetto politico di Scelta Civica, del documento annunciato dopo la destituzione del coordinatore politico Olivero, ha capito che dovrà ancora aspettare le decisioni di altri partiti, quelli più robusti in termini di voti e consenso politico.
A proposito di Olivero, una personalissima questione: ma se a distanza di mesi sono ancora in attesa di un documento affidato ad una commissione presieduta dall’ex presidente delle acli, di un testo che annunci il programma politico, ma cosa avranno votato mai gli elettori di Scelta Civica lo scorso febbraio? Un professore e la sua agenda da chiarire in seguito? Alla faccia di non voler partiti afflitti dal morbo del leaderismo…

Le interviste dei vari neofiti lasciano intendere che la ricetta di base, al di là delle dichiarate generiche voluttà riformiste, ha troppi ingredienti e, nonostante i tentativi dello chef, peraltro spesso maldestri, il piatto finale che ne esce non ha le caratteristiche per essere destinato ad una trattoria popolare. Nel dubbio, chiedere a Casini che, da vecchia volpe della politica, è lontano centinaia di chilometri da Caorle… e non solo in termini di distanza geografica.

Nella Stalingrado lombarda, ferita dall’ex Penati, va in scena il menù fiorentino. Ma il piatto forte non è la gustosa bistecca, ma l’anguilla Renzi. Da rottamatore a riciclatore, il sindaco assenteista si propone novello asfaltatore del Pdl e flagellatore di Berlusconi, raccogliendo così la simpatia e l’ovazione di oltre duemila ex comunisti ubriacati dal suo carisma.

Non rimane che chiedersi come si sentiranno al loro risveglio, quando i delegati dell’azionista principale del Pd, la CGIL, inizieranno nelle fabbriche e nei convegni a dipingere il fustigatore toscano come il suo precedente illustre concittadino Savonarola, cucinandogli a poco a poco lo stesso misero e triste destino, politico s’intende.
Dispiace davvero vedere un uomo che, per le sue caratteristiche personali e culturali, avrebbe potuto ambire ad un ruolo di statista, accontentarsi invece di recitare con talento la parte di un politico. Peccato che l’ambizione personale, seppur legittima, di affermarsi futuro leader del Pd, gli abbiano impedito di cogliere, staccandosene a suo tempo, l’opportunità di realizzare davvero il suo sogno liberale e riformatore: avrebbe trovato terreno fertile dove la sua pianta avrebbe potuto velocemente crescere rigogliosa. Il seme renziano sparso nell’arido terreno statalista e corporativo del Pd magari riuscirà anche a germogliare con gli endorsement ricevuti, ma il rischio che la pianta venga subito recisa e non possa produrre frutti per il Paese è alquanto, troppo elevato.

Scusate, dimenticavo: nel frattempo si è lavorato anche in quel di Arcore, la residenza del Cavaliere. Sia chiaro, alla fine, dall’esito di quei lavori, dipenderà il futuro degli altri innumerevoli cantieri politici aperti sul destino del Belpaese.


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