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Iran, similitudini e differenze tra Rohani e Ahmadinejad

Per adesso Barack Obama e Hassan Rohani non sono riusciti a stringersi le mani. Ma le porte del dialogo tra l’Iran e gli Stati Uniti sembrano essersi aperte sul serio. I due capi di Stato hanno ribadito ieri la loro volontà di dare un’opportunità alla diplomazia e l’impegno per trovare una soluzione pacifica delle tensioni sul programma nucleare iraniano. L’incontro tra Obama e Rohani, al margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, è saltato. Forse mancanza di tempo o di organizzazione, come ha detto Rohani intervistato dalla Cnn, ma le possibilità che il vertice avvenga in futuro sono fattibili.

Le parole di Obama
Nel suo discorso di ieri, il presidente americano ha lanciato un appello a favore di una relazione costruttiva con il governo iraniano, che ha ricevuto “il mandato di seguire un percorso più moderato” di quello intrapreso dal suo predecessore.

“I blocchi potrebbero rivelarsi troppo difficili da superare. Ma sono convinto che bisogna lasciare strada alla diplomazia”, ha detto Obama, chiedendo però “atti trasparenti e verificabili e un rapporto diverso, basato sul rispetto e l’interesse reciproco”.

La conferma di Rohani
Nel pomeriggio dello stesso giorno, Rohani ha parlato. Ha anche lui accennato a una possibile evoluzione delle relazioni tra l’Iran e gli Stati Uniti. “Se (gli Stati Uniti) eviteranno a breve termine di seguire gli interessi di gruppi di pressione pro-guerra, possiamo trovare un quadro in cui gestire le nostre differenze”, ha detto. Ripetendo che l’Iran non rappresenta una minaccia per il Medio Oriente né tanto meno per il mondo, Rohani ha sottolineato l’intenzione della Repubblica islamica di utilizzare l’energia nucleare per scopi esclusivamente pacifici.

I due volti dell’Iran
Nel suo primo discorso come presidente, Rohani si è differenziato dal suo predecessore Mahmoud Ahmadinejad, non solo per il tono ma anche per il contenuto delle parole scelte. Il primo intervento di Rohani all’Assemblea generale delle Nazioni Unite era atteso come l’opportunità di misurare la disponibilità da entrambe le parti per questo dialogo. E così è stato.

Ahmadinejad ha fatto il suo primo discorso alle Nazioni Unite a settembre del 2005. Erano passati quattro anni dall’attentato alle Torri gemelle e l’Iraq e l’Afghanistan erano occupati militarmente dagli americani per decisione di George W. Bush.

Rohani ha parlato nel mezzo ad una congiuntura internazionale segnata dalla crisi siriana e dall’uso delle armi chimiche, con la minaccia dell’intervento militare in Medio Oriente.

Nonostante siano passati otto anni, un elemento è rimasto nei due discorsi: il tema del programma nucleare e la garanzia che si tratti di un progetto con fini pacifici. L’Iran di Rohani continua a difendere il diritto di produrre combustibile nucleare.

La reazione di Israele
E come ha preso Israele questo riavvicinamento? Il primo ministro dello Stato ebraico, Benjamin Netanyahu, ha definito “cinico e totalmente ipocrita” il discorso di Rohani all’Assemblea generale.

Rohani ha parlato di diritti umani mentre le forze iraniane partecipano al massacro di civili innocenti in Siria”, ha scritto in un comunicato diramato dal suo ufficio a Gerusalemme. “Ha parlato di un programma nucleare con scopi esclusivamente civili, mentre secondo l’Agenzia internazionale per l’energia atomica questo programma ha un carattere militare”, ha aggiunto.



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