I dati sono positivi, ma per le banche e meno per la clientela che si trova ad affrontare una “seconda ondata della crisi” quanto a credit crunch. Le banche italiane puntano ad aumentare la patrimonializzazione, in vista dei nuovi criteri di Basilea3, accrescendo il volume di finanziamenti presso la Bce e gestendo in parallelo un percorso di razionalizzazione che riguarda necessariamente anche le spese per il personale, incluse nel più complessivo capitolo di quelle amministrative.
E’ quanto emerge dall’analisi non pubblica della società di consulenza Kpmg sui bilanci bancari del 2012; report datato settembre 2013 che ha l’obiettivo di osservare e interpretare i principali trend che stanno interessando il sistema bancario italiano.
La raccolta in aumento
La raccolta diretta, spiega il report riservato di Kpmg, è in aumento, ma i gruppi bancari stanno erogando meno crediti alla clientela rispetto agli anni precedenti, soprattutto nel medio-lungo termine, mentre la gran parte dei prestiti concessi hanno finanziato prevalentemente le esigenze di capitale circolante e altri fabbisogni ‘correnti’.
La patrimonializzazione in crescita
I tassi di interesse, “che hanno raggiunto nuovi minimi storici, stanno causando tensioni sul margine di interesse, ma grazie ai proventi da attività finanziarie sono stati attutiti gli effetti sul margine di intermediazione, che ha segnato nell’ultimo anno un discreto aumento. Sui bilanci degli intermediari pesano in particolar modo le rettifiche su crediti, solo parzialmente compensate dall’effetto positivo della riduzione dei costi operativi. La patrimonializzazione dei gruppi bancari è in crescita”.
Il totale degli attivi in crescita
Il totale attivo del campione, sottolinea il report, “si attesta a 2.614 miliardi di Euro, in aumento del 2% rispetto al dato dell’anno precedente. I gruppi grandi hanno subito due anni consecutivi di riduzione (-0,1% nel 2011 e -4,7% nel 2012), mentre i gruppi maggiori, dopo la contrazione del 2011 (-2%), nell’ultimo anno hanno registrato un discreto recupero (+3%). Gli incrementi più rilevanti sono stati registrati dai gruppi medi e piccoli, che stanno lentamente guadagnando quote di mercato rispetto ai gruppi di maggiore dimensioni”.
Il calo degli impieghi
I gruppi bancari italiani effettuano prevalentemente attività di intermediazione creditizia, “tuttavia la quota di crediti verso clientela in rapporto al totale attivo è in lieve calo nell’ultimo anno (62% nel 2012 rispetto al 64% del 2011). Gli impieghi verso la clientela, infatti, sono diminuiti rispetto all’anno precedente (1.624 miliardi di Euro, con una riduzione del 2% rispetto al 2011), mentre nei quattro anni di osservazione emerge una sostanziale stabilità (+0,1% tra il 2009 e il 2012)”. Tuttavia, rispetto al 2008, primo anno in cui si sono registrati gli effetti della crisi, gli impieghi verso la clientela sono ulteriormente diminuiti (-1,6%), a causa delle pesanti diminuzioni del 2009 e del 2012. “Ci si trova quasi davanti ad una seconda ‘ondata’ della crisi”, commenta il report.
Il rifinanziamento presso la Bce
Nonostante il totale dei debiti verso banche sia diminuito, “nel corso dell’ultimo anno si è osservato comunque un maggior ricorso, da parte dei gruppi bancari italiani soprattutto grandi e medi, alla provvista presso le banche centrali, in particolare tramite le operazioni di rifinanziamento presso la Bce”.
Il calo dei costi operativi
Nell’ultimo anno, grazie ad una maggiore attenzione ai livelli di efficienza, “i costi operativi del campione si sono ridotti del 7%, attestandosi a 44 miliardi di Euro. La diminuzione è trainata dai gruppi maggiori e grandi, che, a seguito di processi di razionalizzazione delle strutture, si stanno concentrando prevalentemente sulle tematiche di efficienza. Rispetto ai valori del 2009, solo per i gruppi maggiori, però, si osserva una riduzione degli oneri operativi pari al 4,4%”.
Spese amministrative coincidenti (quasi) con le spese per il personale
Dunque, “dopo l’aumento delle spese amministrative nel 2011 (+1%), prosegue il trend di razionalizzazione dei costi, soprattutto per i gruppi più grandi, che, interessati negli anni passati da processi di concentrazione, adesso stanno perseguendo con maggiore determinazione e incisività le scelte di efficientamento e razionalizzazione delle strutture. Le spese amministrative sono rappresentate per il 62% da spese per il personale e per il restante 38% da altri oneri amministrativi. Rispetto al dato del 2008, le spese amministrative sono diminuite di circa 7 punti percentuali”, conclude lo studio Kpmg. Altro che sforbiciate ai bonus o riduzione della spesa improduttiva. Per le banche il primo modo per ridurre i costi resta il taglio del personale.