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Le genialate di Berlusconi, Letta e Bazoli

C’era una volta un ex premier, sempre in bilico fra marketing e lungimiranza, che diceva: le mie vicissitudini giudiziarie non intaccheranno il governo delle larghe intese e di responsabilità nazionale che ho contribuito a far nascere orgogliosamente.

C’era una volta, perché quello stesso leader politico dopo la condanna definitiva della Cassazione vuole (pare) far cadere il governo di cui era orgogliosamente mallevadore.

C’era una volta un premier che faceva quasi il giro del mondo per persuadere investitori e capitalisti a investire in Italia perché – assicurava – ora c’è un esecutivo che non mette barriere protezionistiche e che, anzi, ha approvato un documento intitolato Destinazione Italia in cui si rilanciano propositi liberalizzatori e si annunciano imminenti privatizzazioni di quote di società statali.

C’era una volta, perché quello stesso premier sta studiando (tramite la modifica alla normativa sull’Opa) come intralciare a posteriori la decisione della spagnola Telefonica di voler salire nel capitale sociale di Telecom Italia fino a prendere il controllo definitivo.

C’erano una volta leader e leaderini politici che si baloccavano con concetti tipo “bisogna difendere asset strategici”, “occorre difendere e irrobustire le reti infrastrutturali italiane”, “serve una politica industriale”, ma dopo decenni di parole e zero fatti ora apprendono dai Servizi segreti che sarebbe opportuno uno scorporo della rete fissa di Telecom Italia per ragioni di sicurezza nazionale.

C’erano una volta anche banchieri veri, o sedicenti, e uomini delle fondazioni creditizie, che in maniera seriosa e spesso saccente catechizzavano sulla stabilità che è la premessa della crescita; sugli equilibri che vanno preservati e gli scossoni evitati; che bisogna dar tempo di realizzare i piani a medio-lungo termine; che bisogna internazionalizzarsi e modernizzarsi.

C’erano una volta, perché quegli stessi banchieri, veri o presunti, stanno cercando di accompagnare alla porta un banchiere che con un piano a medio-lungo termine vuole internazionalizzare e modernizzare la banca, anche perché gli esimi signori delle fondazioni non possono sborsare più quattrini per sostenere la patrimonializzazione della banca in questione.

C’era una volta, e c’è ancora, l’Italia.


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