Fedeli all’insegnamento di Carlo Donat Cattin secondo cui: “è il cane che muove la coda”, attendiamo le reazioni dei vecchi e nuovi comunisti. Difficile che il PD diventi un surrogato di correnti democristiane nella passività della sinistra, anche se forti dosi di doroteismo dall’alto tasso infettivo si riscontrano, specie nel giovane rampante fiorentino.
Noi DC non pentiti con il caro Helmuth Khol restiamo “conservatori nei nostri ideali e progressisti sul piano socio economico” e attendiamo curiosi l’esito dello scontro nella casa degli ex e post comunisti. Intanto prendiamo atto che Matteo Renzi gode dei favori del solito gruppo Caracciolo–De Benedetti e assai meno della fiducia dei suoi concittadini e… se son rose fioriranno.