E brava l’ineffabile Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. Interpellata dalla Fimmg, la Federazione dei Medici di Medicina Generale, su come applicare le nuove norme del decreto “Fare”, meglio dire del ‘Fare male’, che hanno modificato le disposizioni del precedente decreto del 24 aprile 2013 ad del suo predecessore, Renato Balduzzi, in merito sia alla certificazione sportiva non agonistica che all’attività ludico motoria amatoriale, ritiene non obbligatorio l’elettrocardiogramma. Cancellata con un tratto di penna la parola ’obbligo’ – del resto, assai indigesta allo schieramento politico cui la ministra appartiene – si chiarisce che per la certificazione dell’attivita’ sportiva non agonistica il discusso “obbligo” dell’elettrocardiogramma non esiste. Per la Lorenzin, sta alla “discrezionalità del medico certificatore ravvisare la necessità o meno di prescrivere ulteriori esami clinici, come l’elettrocardiogramma”. Ossia, al medico generico! Il fenomeno della ‘morte cardiaca improvvisa’ che si registra sui campi di calcio o di pallavolo o di basket ma anche tra coloro che svolgono attivita’ sportive non agonistiche e ludiche, non viene neanche preso in considerazione. La norma introdotta – recita una circolare del ministero – nel confermare l’obbligo di questa certificazione e dando al medico la discrezionalità sull’esecuzione di eventuali esami clinici e diagnostici comporta conseguentemente che “l’articolo 3 del decreto ministeriale Balduzzi, riferito a tale ultima specifica certificazione, sia da considerarsi valido, ad eccezione del comma 3 che aveva disposto l’obbligo dell’effettuazione dell’elettrocardiogramma”. Un ultimo chiarimento riguarda la certificazione relativa alle attività di particolare ed elevato impegno cardiovascolare “gran fondo”, per le quali, secondo la circolare ministeriale, “nulla sembra essere stato modificato rispetto al decreto del 24 aprile 2013″. Laconico il commento del cardiologo del policlinico Umberto I di Roma, presidente della Fondazione Italiana Cuore e Circolazione Onlus dedita da anni alla prevenzione delle malattie cardiovascolari tra gli sportivi e soprattutto tra i ragazzi, “errare humanum est, perseverare autem diabolicum”. Il prof. Fedele e’ tra l’altro autore di un libro che sta riscuotendo un discreto successo di facile lettura per tutti: ‘Il cuore dei giovani’ e non sarebbe male se la Lorenzin gli desse un’occhiatina!