A dare il rating alle agenzie di rating ci pensa un finanziere d’eccellenza, Bill Gross. Come fidarsi di Moody’s che riconferma la tripla A agli Stati Uniti, mantiene stabile l’outlook e sembra indifferente alle spaccature profonde nel Congresso sul nuovo aumento del tetto del debito? Peccato che, dati alla mano, la soglia massima del debito Usa sarà raggiunta entro il 16 ottobre e senza un aumento da parte del Congresso, si rischia un default entro novembre. Ma questa è solo l’ultima delle stoccate alle big del rating.
La sfiducia di Pimco per Moody’s
“Moody’s e il Tesoro americano sono una famiglia felice. E’ meglio fidarsi di Standard & Poor’s, Fitch ed Egan Jones’‘ per il rating degli Stati Uniti, ha afferma Bill Gross, il fondatore di Pimco, il maggior fondo di investimento al mondo. Il riferimento è alla recente posizione espressa da Moody’s secondo la quale il rating americano non è toccato dal recente dibattito sull’aumento del tetto del debito.
Il rating Usa
Moody’s assegna agli Stati Uniti il rating Aaa con outlook stabile e ritiene che il tetto del debito sarà alzato evitando il default e che il budget sarà approvato evitando la chiusura del governo. Fitch assegna agli Stati Uniti il rating Aaa con outlook negativo e Standard & Poor’s ha tagliato il rating americano ad ‘Aa+’ nel 2011 con l’impasse sull’aumento del tetto del debito.
La causa della Casa Bianca contro S&P
E Gross si dice dunque più fiducioso in S&P, l’agenzia che a Lehman Brothers nel 2008 pochi mesi prima del crac aveva assegnato AA+, mossa azzardata che ha scatenato l’ira del presidente Barack Obama. A febbraio infatti la Casa Bianca ha deciso di far causa a S&P per aver sopravvalutato alcuni titoli immobiliari, contribuendo in maniera determinante a scatenare la crisi dei mutui subprime nel 2008, quella che ha poi scatenato la recessione in tutto il mondo. E intende chiedere un risarcimento di almeno cinque miliardi di dollari.
Il fronte anti-rating di Draghi, Saccomanni e Vegas
E a criticare i giudizi delle agenzie è stato anche il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, quando, a inizio luglio, la solita S&P ha tagliato il rating italiano a Bbb con outlook negativo. “Le agenzie rating sono destabilizzanti perché hanno un ruolo prociclico, i loro giudizi cioè non fanno altro che riprodurre ed enfatizzare la situazione esistente non per descriverla, ma per ipotecare il futuro”. Al ministro si sono poi aggiunti, dopo il monito storico del 2011 di Mario Draghi, Banca d`Italia, Consob, Ivass e Covip, invitando a “ridurre l’eccessivo affidamento (over-reliance) sui giudizi espressi dalle agenzie di rating”.
Il caso Finmeccanica
A contribuire a mettere in dubbio la trasparenza dei giudizi delle agenzie è anche il caso Finmeccanica. “Praticamente all’unisono – ha sottolineato su Italia Oggi Edoardo Narduzzi – Fitch, S&P e Moody’s hanno abbassato il rating di Finmeccanica per portarlo al livello dei titoli spazzatura. L’ultima espressione dell’unilateralismo americano, in attesa che dopo la Cina anche Russia e Brasile si dotino di una loro agenzia di rating indipendente, post guerra fredda, è entrata a gamba tesa nella partita in corso sulle dismissioni del gruppo italiano della difesa. Sul piatto delle cessioni ci sono almeno due delle controllate della conglomerata Finmeccanica, Ansaldo Energia e AnsaldoBreda, e le agenzie di rating made in Usa non si sono lasciate scappare l’occasione di far sentire il proprio peso. Il pressing è finalizzato a costringere l’impresa italiana a cedere in fretta i suoi asset”.