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Bruxelles sequestra Mps e sugli aiuti degli altri Stati chiude un occhio

Se qualcuno pensa ancora che i Paesi europei hanno un’effettiva sovranità nazionale, o che non ci siano disparità di trattamento, può studiarsi il caso Mps.

Beninteso: ovviamente la Commissione europea, per mettere becco e penne nel piano di ristrutturazione del Monte dei Paschi di Siena, stabilendo finanche l’ammontare della ricapitalizzazione necessaria all’istituto presieduto da Alessandro Profumo, sta rispettando anzi eseguendo procedure previste dalla normativa comunitaria, per carità. Bruxelles cerca di evitare illegittimi aiuti di Stato e distorsioni della concorrenza, dicono gli esperti. Sarà. Peccato che ai mercati perfetti e la concorrenza dei modellini matematici credono ormai ben pochi.

Ma tant’è. Restano due interrogativi. Primo: quale reale autonomia gode la banca guidata da Fabrizio Viola, viste le ingerenze della Commissione europea che, ripetiamo, detta pure l’ammontare della ricapitalizzazione per l’anno prossimo, straccia e riscrive pure gli accordi fra Tesoro e Monte.

Secondo interrogativo: vogliamo parlare degli altri aiuti di Stato e di come e quanto gli Stati abbiano salvato istituti di credito in tutto il mondo?

Lasciamo la parola a uno che questi numeri li maneggia bene: Oscar Giannino. “Se guardiamo agli interventi diretti dei governi e banche centrali a favore di banche e intermediari a qualunque titolo in difficoltà, con salvataggi e nazionalizzazioni destinate poi a tornare indietro valori ai governi in caso di buone vendite e restituzioni di prestiti, e se a questo aggiungiamo anche le garanzie (che rappresentano il più), gli Stati Uniti tra Tesoro e Fed hanno mobilitato fino a metà 2012 – sono i dati più aggiornati del rapporto semestrale sui piani di stabilizzazione, curato certosinamente da R&S di Mediobanca – 2,8 trilioni di dollari, dei quali 562 miliardi in interventi di capitale, 1869 in garanzie, 421 in “altro” cioè prestiti, per un totale di 1678 istituti interessati”.

E in Europa? Ecco qualche numero: “Nell’Unione Europea, gli interventi a sostegno di banche e intermediari erano ammontati a 2,7 trilioni di euro (di cui 389 miliardi in capitale, 2,1 trilioni in garanzie, 142 miliardi i prestiti) a 437 istituti. A metà 2012 le risorse restituite o “terminate” ammontavano a 1,5 trilioni di euro, e gli aiuti netti ancora operanti erano dunque pari a più di 1,1 trilioni Se poi guardiamo più ampiamente all’estensione degli attivi delle banche centrali americana ed europea, dovuti ai diversi programmi speciali a sostegno dei mercati e delle banche – come le operazioni straordinarie di liquidità tipo le LTRO della BCE varate a inizio 2012 che “incamerano” alla BCE collaterali a bassa qualità e illiquidi, mentre in Usa la banca centrale compra bond pubblici e prodotti finanziari non solo pubblici – allora dopo “lo scudo” Draghi la BCE dal 2012 batte la FED come estensione dei suoi attivi, superando i 4 trilioni di dollari, cioè ben oltre l’equivalente del Pil tedesco”.

A Bruxelles questi numeri li conoscono? Chissà.

Per dettagli e informazioni, ecco di seguito alcuni articoli di approfondimento tratti dal Sole 24 Ore:

Il Monte cade in Borsa dopo l’intervento di Bruxelles

Mps eviterà la nazionalizzazione?

I piani di Bruxelles che detta la ricapitalizzazione

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