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Mutui casa: le banche spesso fanno richieste non corrette

Un’indagine di Altroconsumo sui mutui casa dimostra come gli istituti rendano l’erogazione più complicata con dei comportamenti non legittimi.

 

Scegliere un mutuo è un’operazione che richiede attenzione e consapevolezza, a fine di chiarirsi le idee è possibile porre i mutui più vantaggiosi a confronto, modalità che consente di trovare velocemente i prodotti più competitivi a seconda delle necessità di ciascuno.

 

I consumatori italiani ottengono sempre meno mutui casa da parte delle banche, in questi anni poco propense a rilasciare tali finanziamenti a causa delle garanzie offerte dai clienti, oggi meno sicure a causa delle difficili condizioni economiche e lavorative. Ma il credit crunch di certo ha le sue cause anche in alcuni comportamenti propri delle banche, come un’indagine di Altroconsumo ha dimostrato.

 

L’associazione dei consumatori ha infatti compiuto una sorta di esperimento, mandando un cliente fittizio in oltre 150 filiali bancarie di tredici città italiane a domandare un mutuo sulla prima abitazione: lo scopo era quello di rilevare non tanto i tassi di di interesse sui mutui, che come sappiamo sono in Italia più alti che la media europea a causa degli spread bancari più elevati, ma i comportamenti e le richieste degli istituti. Altroconsumo segnala che una pratica per nulla corretta ma a quanto pare parecchio diffusa, visto che è stata rilevata nell’80% dei casi, è quella di richiedere l’apertura di un conto corrente presso l’istituto per ottenere l’erogazione del mutuo.

 

Inoltre circa il 24% delle banche chiede anche la stipula di una polizza vita, e il 17% di una polizza incendio: richieste legittime, se non fosse che occorre presentare dei preventivi per assicurazioni proposte sia dalla banca o da una sua associata sia da altre compagnie, cosa che non è avvenuta.Infine c’è da segnalare che sono state registrate molte difficoltà nel farsi erogare il mutuo casa, anche quando il cliente fittizio mandato da Altroconsumo si presentava come lavoratore dipendente con contratto a tempo indeterminato ed un reddito di diverse migliaia di euro al mese: una situazione decisamente insostenibile per i consumatori.

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