La Norvegia svolta a destra, e si prepara ad un governo di coalizione che comprende anche il Partito del Progresso, lo stesso schieramento estremista di quel Breivik che nel 2007 ha sconvolto emotivamente il Paese dei Fiordi. L’alleato più importante del governo guidato da Erna Solberg resterà comunque il fondo petrolifero nazionale, che garantisce entrate facili e con una strategia di investimento che punta sul settore immobiliare. L’ultimo acquisto? Indirizzo: Manhattan, Times Square.
“Vittoria storica”
La coalizione di centrodestra guidata da Erna Solberg ha parlato di “vittoria elettorale storica” in Norvegia. La destra conservatrice torna infatti alla guida del Paese, dopo la vittoria alla legislative di ieri. Per la prima volta nella storia del ricco Paese scandinavo, entrerà a far parte del governo anche la destra populista e anti-immigrazione con il Frp, il Partito del Progresso.
Il capo della coalizione uscente, il laburista Jens Stoltenberg, ha riconosciuto la sconfitta: “Presenterò le dimissione del mio governo dopo la presentazione del bilancio il 14 ottobre quando sarà chiaro che vi è una base parlamentare per il nuovo governo”.
I numeri comodi della maggioranza
Le quattro formazioni di destra e di centrodestra dispongono di una confortevole maggioranza di 96 seggi su 169 in Parlamento, secondo le proiezioni realizzate dopo lo spoglio di tre-quarti dei seggi. L’opposizione di centro-sinistra ne manterrebbe 72.
Un governo rosa
Come sottolinea la Bbc, Solberg, 52 anni, sarà la seconda donna a diventare presidente del Consiglio dopo la premiership rosa del 1990, e dovrebbero essere almeno i due ministeri principali, se non tre, ad essere guidati da donne.
Il ruolo del Partito del Progresso nel dopo Breivik
Quello di ieri è il primo voto nel Paese dopo la strage commessa dall’estremista di destra e membro del Progress Party Anders Breivik, che in un attacco bomba nel 2011 aveva ucciso 77 giovani riuniti in un campo estivo laburista. Si tratta di una svolta davvero importante per il Paese, che conta 5 milioni di abitanti, e dove, dopo oltre un decennio di entrate grazie al petrolio, ci si sta chiedendo come investire tanta ricchezza.
Il Fondo petrolifero sovrano
I conservatori, sottolinea il Financial Times, vogliono aprire un dibattito su un potenziale scioglimento del fondo energetico del Paese da 750 miliardi di dollari, il più importante fondo sovrano al mondo, usando queste risorse per investimenti a lungo termine e per abbassare la pressione fiscale. E, in questo progetto, molte società a partecipazione pubblica potrebbero essere privatizzate. Si vorrebbe inoltre stabilire un tetto del 4% del valore del fondo come cifra massima spendibile ogni anno dal governo. Il Progress Party, terzo con il 16,3%, vuole alzare questo limite puntando specialmente sulle infrastrutture, un nodo difficile di sciogliere anche perché i due partiti centristi hanno rifiutato di allearsi con lo schieramento di cui ha fatto parte anche Breivik.
L’ultimo acquisto a Manhattan
E mentre a Oslo si discute di una sua nuova regolamentazione, il fondo petrolifero della Norvegia piomba su Manhattan, staccando un assegno da 684 milioni di dollari a Boston Properties per acquistare il 45% del Times Square Tower. Il grattacielo, che si innalza per 221 metri d’altezza tra l’omonima piazza e la 41ma strada, è valutato 1,52 miliardi di dollari.
Sono molti i gruppi finanziari internazionali che guardano al mercato immobiliare newyorchese. In giugno, per esempio, l’immobiliarista cinese Zhang Xin e la brasiliana Safra hanno comprato una quota del 40% del General Motors Bulding per circa 1,4 miliardi di dollari.
Il focus sul settore immobiliare
Il fondo norvegese, gestito da Norges Bank Investment Management, intende alzare al 5% le sue partecipazioni immobiliari. Attualmente ha in in portafoglio asset immobiliari a Londra, Parigi, Francoforte e in altre città europee. Alla fine del secondo trimestre dell’anno le sue attività in questo settore ammontavano allo 0,9% del capitale complessivo.
Il suo primo investimento negli Stati Uniti è stato realizzato quest’anno attraverso l’acquisto il 49,9% del portafoglio immobiliare (valore 1,2 miliardi di dollari) del Teachers Insurance and Annuity Association – College Retirement Equities Fund, organizzazione che fornisce piani pensionistici a persone che che hanno lavorato in ambito universitario, della ricerca, della cultura e della medicina.