I cittadini russi intenzionati a viaggiare negli Stati Uniti o nei Paesi che hanno trattati d’estradizione con Washington dovranno stare attenti, in particolare se hanno il presentimento di poter finire nei guai con la giustizia statunitense, avverte Mosca. Il numero di cittadini russi arrestati all’estero ed estradati negli Usa è in aumento, spiega una nota del ministero degli Esteri russo. Di fatto si tratta di sequestri basati su prove “dubbie”, aggiungono diplomatici russi citati dall’emittente di Stato Russia Today.
L’allerta e l’esortazione a scegliere bene le proprie destinazioni è l’ultimo scontro in ordine di tempo tra Mosca e Washington, diramate nel mezzo delle tensioni per l’evolvere della situazione siriana e quasi alla vigilia del G20 di San Pietroburgo che chiuderà la settimana.
Una guerra di nervi che ha segnato le relazioni tra i due Paesi nell’ultimo anno e mezzo con il ritorno al Cremlino di Vladimir Putin, il cui terzo mandato sembra caratterizzato dalla volontà di respingere ingerenze straniere, leggi statunitensi, sulle proprie vicende interne e riportare il Paese al centro della scena internazionale, posizione che comporta anche il confronto e lo scontro con gli americani. I punti d’attrito sono stati diversi: la legge che impone la registrazione come agenti stranieri alle organizzazioni non governative che ricevono finanziamenti esteri e si occupano di politica, la vicenda delle Pussy Riot, il divieto per gli statunitensi di adottare bambini russi e la cacciata di UsAid.
Da ultimo l’asilo concesso a Edward Snowden, fonte delle inchieste giornalistiche che hanno svelato i programmi di sorveglianza e spionaggio dell’intelligence Usa. Il nodo della sicurezza informatica sembra centrale in quest’ultima polemica.
Tra i casi di cittadini russi fermati su mandato americano citati, diversi riguardano crimini informatici come Aleksander Panin, arrestato nella Repubblica Dominicana ed estradato negli Stati Uniti dove deve rispondere di una truffa bancaria online da 5 milioni dollari o come Maksim Chukhrayev fermato in Costa Rica e coinvolto nel caso che ha portato alla chiusura della piattaforma di valute virtuali Liberty Reserve.
Altri casi riguardano personaggi coinvolti in traffico di droga o contrabbando di visori notturni prodotti negli Usa. La stampa russa tira in ballo anche il caso di Viktor Bout, mercante d’armi la cui vita ispirò il film Lord of War con Nicholas Cage, la cui carriera si chiuse in Thailandia nel 2008 con un’operazione sotto copertura della agenzia antidroga Usa, la Dea, per essere estradato due anni dopo e condannato a 25 anni di carcere con l’accusa di aver provato a vedere armi alle Farc. Non prima però che si consumasse un braccio di ferro tra Stati Uniti e Russia, contraria all’estradizione che giudica infondata la sentenza.
Scrive l’edizione statunitense di Wired che all’origine della controversia c’è la mancanza di un trattato di estradizione trai due Paesi, coinvolti tuttavia in crimini transnazionali. In particolare per quanto riguarda il crimine informatico, con l’emergere della Russia come uno dei Paesi cardine di un mercato molto lucrativo e con gli Stati Uniti costretti a escogitare nuovi metodi per perseguire i presunti colpevoli.