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Il Portogallo spendaccione fa infuriare la Troika

Lisbona ci prova, Bruxelles si infuria. Il voto si avvicina, e il Portogallo stremato dalle misure d’austerity imposte dalla Troika (Bce, Ue e Fmi) prova ad alzare la testa proponendo un innalzamento dell’asticella sul deficit al 4,5%. Una mossa che ai signori della rigidità fiscale non piace, a maggior ragione quando il governo traballa, i tagli vengono spalmati nel tempo e le riforme “lacrime e sangue” trovano lo stop della Corte costituzionale portoghese. Qualche punto di contatto con l’esecutivo Letta?

L’esame della Troika 

Gli ispettori della Troika sono arrivati in Portogallo per esaminare lo stato di attuazione del programma di riforme concordate in cambio del piano di salvataggio da 78 miliardi di euro. Dall’esame della Troika dipenderà la nuova tranche di prestiti prevista per giungo e poi rinviata a causa della crisi di governo. La crisi politica ora è rientrata ma sull’economia pende la spada di Damocle della Corte Costituzionale che ha che ha bocciato una riforma che prevedeva il licenziamento degli addetti al pubblico impiego che rifiutavano di essere trasferiti. Ed è anche il blocco dei licenziamenti a trovare l’opposizione della Troika, che, in parallelo, ha imposto un piano di tagli al settore del pubblico impiego greco. Tutt’altra direzione per il governo Letta, che ha invece deciso un piano di assunzioni dei precari.

Le nuove misure d’austerità

Tra le nuove misure di austerità approvate da governo c’è un taglio medio del 10% delle pensioni degli addetti pubblici, osteggiata dall’opposizione. Intanto il vicepremier, Paulo Portas, ha chiesto ai creditori del Portogallo di allentare il tetto del deficit pubblico, portandolo dal 4% al 4,5% del Pil nel 2014. La richiesta ha ricevuto una risposta fredda da Bruxelles, anche perché, come dubitano gli esperti, difficilmente Lisbona quest’anno riuscirà a raggiungere il target del 5,5% per il deficit.

L’accesso ai mercati

Secondo il governo portoghese, sottolinea il Financial Times, per uscire dal programma di salvataggio e rimettersi in piedi, bisognerebbe allentare la disciplina sui conti pubblici, ma i tre soggetti della Troika sono convinti che il Portogallo avrà bisogno di un ulteriore supporto internazionale prima di riguadagnare pieno accesso ai mercati finanziari.

Il voto in vista

Ma a premere sono anche le scadenze elettorali. Il premier Pedro Passos Coelho (nella foto) infatti è sotto pressione affinché allenti le misure di austerità. La sua coalizione di centro destra il 29 settembre affronta le prime elezioni locali dopo il salvataggio e prepara la legge di stabilità per il 2014 da presentare al Parlamento ad ottobre. Ma il successo delle trattative con la Troika è cruciale affinché il Portogallo riguadagni la fiducia degli investitori internazionali dopo la recente crisi politica e il terzo intervento della corte costituzionale che ha ristretto l’ambito delle riforme proposte dal governo.

Il fastidio di Bruxelles

“Non credo che parlare di target sul deficit sia un buon segnale”, ha detto il presidente dell’eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, che ha aggiunto che Lisbona dovrebbe attenersi ai suoi impegni. Portas, a capo del Partito popolare presente nella coalizione di governo, si è dimesso dall’incarico di ministro degli Esteri mostrando una spaccatura all’interno dell’esecutivo sul grado di austerity sostenibile dal punto di vista politico-sociale. Ma, anziché accettarne le dimissioni, il premier ha incaricato Portas di gestire la politica economica e i rapporti con la Troika, puntando a spalmare i 4,7 miliardi di euro di tagli alla spesa pubblica in tre anni.

“Il programma di bailout non ha più bisogno del supporto popolare, il governo sta affrontando serie difficoltà nel percorso di riforme, e il processo di decision-making all’interno della coalizione è diventato sempre più complesso”, ha detto Mujtaba Rahman, analista di Eurasia Group.


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