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Qatar, la piccola superpotenza è finita nell’angolo?

Cosa succede all’astro nascente della politica internazionale? Dopo essersi mossa con un attivismo sorprendente e spregiudicato sullo scacchiare mediorientale il Qatar sembra dover rinunciare al ruolo di kingmaker. Doha è in difficoltà nei due teatri più inquieti e destabilizzanti del Medioriente: l’Egitto e la Siria.

In riva al Nilo, i Fratelli musulmani foraggiati da fiumi di petrodollari sono stati nuovamente estromessi dal potere. Il nuovo (vecchio) assetto di potere costruito dai militari dai militari sembra voler fare a meno del ricchissimo emirato. Infatti, le autorità egiziane si sono dette pronte a restituire i due miliardi di dollari inviati lo scorso maggio dal Qatar alla Banca centrale del Cairo.

In Siria, la strategia dei qatarioti è entrata in rotta di collisione con l’Arabia Saudita. Come ha spiegato Gilles Kepel: “il Qatar si è impegnato a dare un massiccio sostegno materiale e mediatico, attraverso la Al Jazeera, ai Fratelli Musulmani. Ha visto in questo islamismo socialmente conservatore la massa umana critica capace di farlo diventare la potenza egemonica del mondo arabo sunnita. Per contro, l’Arabia Saudita e gli altri emirati hanno fatto blocco contro i Fratelli, che fanno concorrenza alla loro intenzione di controllare l’Islam mondiale”.

Assieme alla Turchia, il Qatar aveva fatto enormi pressioni sugli Stati Uniti per appoggiare la Fratellanza, in chiave anti wahabita. Al contrario, Rihad ha foraggiato le formazioni salafite. Così il Qatar è finito nell’angolo. Lo si capisce anche dalla nomina a presidente del fronte anti-Assad di Ahmaed Al Jarba, favorito dei sauditi, che ha preso il posto di Ghassan Hitto, pupillo del Qatar.

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