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Russia-Cina, l’intesa perfetta cementata da gas e petrolio

Il mercato europeo continua a stagnare, quello cinese, al contrario, è in continuo affanno per i timori di carenze nell’import di gas e petrolio. Pochi dubbi per la Russia di Vladimir Putin, che, tra i due fuochi, ha spostato i suoi orizzonti commerciali energetici ad est, avviando una partnership preziosa con i colossi di Pechino che potrebbe far entrare i cinesi direttamente negli stabilimenti siberiani dove operano Gazprom e Rosneft. “Buoni affari” russi che in cinese si traducono in “sicurezza energetica”.

I piani di PetroChina

PetroChina, spiega Bloomberg, intenderebbe investire negli impianti di gas in Russia nell’ambito delle negoziazioni sulle forniture energetiche tra Pechino e Mosca che si stanno trascinando da quasi un decennio.

PetroChina, l’unità quotata della statale China National Petroleum Corp (Cnpc) e il maggior produttore cinese di petrolio e gas, secondo alcune indiscrezioni intende spendere almeno 10 miliardi di dollari per una quota di minoranza degli impianti orientali della Siberia dove lavorano Gazprom e Rosneft.

“PetroChina vuole promuovere la cooperazione con le società petrolifere russe e spera di investire nell’esplorazione, l’estrazione e lo sviluppo del business di petrolio e gas”, ha detto il portavoce Mao Zefeng a Bloomberg.

La partnership Russia-Cina

I due Paesi, prosegue Bloomberg, intendono concludere un accordo che permetterebbe alla Russia di offrire 68 miliardi di metri cubici di gas all’anno, soddisfacendo quindi i bisogni energetici di Pechino. E l’acquisizione da 10 miliardi di dollari sarebbe la più grande operazione estera di PetroChina.
“La Cina è il più grande mercato di gas al mondo, e la Russia possiede le riserve più ingenti. L’accordo sarebbe perfetto per entrambi, in sostanza”, ha sottolineato Neil Beveridge, analista di Sanford Bernstein a Hong Kong.

Gli intoppi commerciali 

Le trattative tra Russia e Cina sono cominciate nel 2004, e si sono inceppate sul prezzo. Ma due fonti vicine a Gazprom, la società monopolista dell’export di gas russo, spiegano che questo gruppo non sarebbe favorevole alla vendita delle sue quote negli impianti siberiani. Tuttavia Gazprom e Cnpc hanno deciso di concludere le trattative sul gas entro la fine del 2013, come è stato ribadito durante il G20 di San Pietroburgo.

Il gasdotto Far East Pipeline

Gli asset a cui PetroChina è interessata sono nella zona della Far East Pipeline che Gazprom ha pensato di costruire. Il gasdotto, che rifornirà Pechino ma anche Giappone e Corea, dovrebbe entrare a regime alla fine del 2017. L’acquisto di una quota nei campi russi permetterebbe a PetroChina di coprire eventuali aumenti dei prezzi del gas importato in Cina attingendo dai profitti realizzati.

Il balzo di PetroChina e il focus in Iraq

Del resto gli affari PetroChina procedono a gonfie vele, con un balzo per gli utili netti nel secondo trimestre, un incremento del 29% che ha superato le stime degli analisti. Si sono attestati a 29,5 miliardi di yuan (pari a 4,8 miliardi di dollari) contro i 22,8 miliardi del periodo aprile-giugno 2012. Le previsioni li quantificavano in 25,4 miliardi di yuan. Il risultato è stato ottenuto grazie ai migliorati margini di profitto nella capacità di raffinazione e alle importazioni di gas naturale che hanno compensato il calo prezzi del greggio. E il gruppo non guarda solo alla Russia. PetroChina è infatti in trattative per la partecipazione allo sviluppo del gigantesco giacimento iracheno di West Qurna. E Wang Dongjin, presidente della società, spera di chiudere con successo il negoziato per la fine dell’anno.

Le altre intese tra gruppi russi e Cnpc

La strategia, russa o no, di Cnpc per i prossimi anni sembra quindi essere delineata. Il gruppo ha comprato una quota del 20% di Yamal Lng controllata da Oao Novatek, il secondo produttore di gas russo dopo Gazprom. Il progetto Yamal, da 20 miliardi di dollari, riguarderà l’estrazione nell’Artico russo. Mentre la statale Rosneft ha firmato una fornitura da 270 miliardi di dollari a Cnpc a giugno, che rende Pechino il mercato più importante per il petrolio russo fino al 2017.


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