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Saccomanni, dimissioni non si minacciano. Si danno. E talvolta si accettano…

Oggetto: Ministro Saccomanni, le dimissioni non si minacciano.Si rassegnano. Esponga la situazione in Parlamento e al Consiglio dei ministri.

Ho letto, domenica, sul Corriere della Sera la conversazione tra il ministro dell’Economia e il direttore, de Bortoli.
Fabrizio Saccomanni, quando è stato nominato ministro da Napolitano, su proposta di Letta, sapeva che avrebbe dovuto mediare, nell’esecutivo delle intese larghe quanto fragili, tra esigenze, politiche, in materia di spese e di tasse, non collimanti quando non opposte.
Se, adesso, Saccomanni ritiene, dati alla mano, che non è possibile mantenere gli impegni con l’Europa, senza aumentare l’Iva e senz imporre ai contribuenti la seconda rata dell’Imu, il ministro dovrebbe esporre la situazione, prima che sui giornali, al premier, ai suoi colleghi, nel Consiglio dei ministri. E, in ragione dell’importanza delle linee di politica economica, al Parlamento.
Se riceverà rassicurazioni, lo stimato tecnico potrà proseguire nel suo delicato lavoro.
Se, invece, prevarranno le esigenze politiche, e il titolare dell’Economia non riterrà accettabile nè praticabile alcun compromesso, a quel punto, l’ex direttore generale di Bankitalia dovrà non minacciare, ma rassegnare le dimissioni. Mettendo nel conto, come ammoniva Montanelli, che Il premier possa accettarle.

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