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E se si cominciasse ad essere Sistema Paese partendo dall’industria della Difesa?

“Noi vogliamo costruire un Sistema Paese, l’idea che si marci ciascuno con una strategia è uno spreco di risorse. Non ci consente di perseguire l’interesse nazionale.”

Queste parole del sottosegretario alla Difesa Roberta Pinotti, estratte dall’intervista di Michele Pierri pubblicata ieri su Formiche.net, non sono state colte nella loro importanza dalla grande stampa nazionale.

Il convocare, da parte del Governo, le principali aziende del Paese che lavorano per il Ministero della Difesa rappresenta un punto di partenza per dare vita ad un Sistema Paese che agisce coordinato e nel quale tutti lavorano con lo stesso obiettivo.
Interessante anche che all’incontro, nel quale governo ed aziende si sono confrontate sul documento che l’Italia presenterà al Consiglio europeo in agenda a dicembre, oltre a Finmeccanica, Fincantieri, Piaggio, Avio, Iveco, Elettronica e Beretta abbiano partecipato anche i rappresentanti dell’Aiad l’associazione confindustriale delle piccole e medie aziende che lavorano per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza.

Unica pecca il mancato invito alle rappresentanze sindacali del settore: anche loro devono essere protagoniste delle scelte di politica industriale. Di quella politica industriale che manca da decenni al nostro Paese e che porta a non fare Sistema.

E se si cominciasse ad essere Sistema Paese facendo le prove generali con l’industria della Difesa e della Sicurezza?


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