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Silvio Berlusconi, tra irresponsabilità e vergogna

Dopo settimane dedicate alle elezioni tedesche, torno brevemente sulla situazione politica italiana.

L’ultimo articolo che avevo scritto era dedicato a Silvio Berlusconi, anzi, parlava di questo signore con l’augurio che sarebbe stata l’ultima volta. Invece no, oggi torno a discutere di questo signore.

Da tempo vivo in Germania, qua si respira un’aria del tutto diversa. La politica, per quanto i tedeschi siano via via sempre più distanti, come gli italiani, non puzza di marcio. Puoi votare la CDU o la SPD, ma sai che in entrambi i casi, con le importanti e dovute differenze, questi faranno il bene della Germania. In Italia, non credo sia sempre così. Lungi da me voler affermare che sia Berlusconi il male assoluto, ma lungi da me avallare anche solo parzialmente la sua follia politica.

In Germania, è impensabile che un politico con le mani impastate un po’ ovunque, dall’editoria alle società di calcio, possa monopolizzare l’attenzione mediatica con continui annunci e videomessaggi per discutere del personale caso giudiziario. In Germania, come in un qualsiasi altro Paese democratico occidentale, quel politico sarebbe stato accompagnato molto tempo fa alla porta, con l’invito chiaro e inequivocabile a sparire per sempre. Invece no, in Italia, questo politico continua a manovrare, più o meno esplicitamente, le sorti dell’intera nazione. Complice, dobbiamo dirlo, una società civile poco civile, e un’opposizione decisamente poco capace.

Il video messaggio pubblicato oggi da Silvio Berlusconi è quasi un tentativo di eversione. Un attacco frontale nei confronti della magistratura, a suo avviso politicizzata, comunista e scientificamente concentrata sul tentativo di distruggerlo. Invita, senza senso del pudore alcuno, la cittadinanza (onesta e che ama la libertà) a ribellarsi a questa situazione, ossia invita le persone che “gli credono” a difenderlo contro la magistratura. Niente di più simile ad un tentativo di rivolta civile. Un singolo uomo può manovrare così tanti mezzi di comunicazione, offendere le istituzioni e invitare all’eversione ed essere anche leader di uno dei più importanti partiti politici nazionali? In Italia sì.

Provo vergogna, lo devo dire senza troppe remore. Provo anche un senso di sbigottimento che non riesco a risolvere. Come può la società italiana acconsentire che questa persona, che ha governato per 14 anni degli ultimi 20, che ha negato la crisi economica e tutti i segnali della catastrofe, essere credibile? Come può Silvio Berlusconi parlare di litigiosità, qualunquismo e politica distante dai bisogni della gente, quando per 14 anni ha agito esattamente in questa direzione. Ha addirittura fatto il gioco dello “scarica barile” sui partiti terzi che lo sostenevano (leggi UDC, Lega e AN). Ridicolo, si potrebbe sorridere se questa non fosse la situazione socio-politica italiana. Semplicemente sconvolgente.

Da mesi l’Italia ruota attorno ai problemi giudiziari di Silvio Berlusconi, dei suoi tentennamenti e delle sue magagne, ma questo accade in un Paese non democratico e dispotico, dove la vita pubblica coincide con la vita privata del Re o del despota di turno. La domanda che pongo ai cittadini onesti, liberi e delusi da questa Politica è: ma siete ancora disposti a rinnovare fiducia a Silvio Berlusconi? Siete ancora disposti a sacrificare il bene comune per singoli e banali interessi privati, che nel tempo sono diventati macigni anche per voi, suoi ex (o ancora attuali) elettori? E per il futuro dei vostri figli!

In Germania, realtà che conosco abbastanza bene, un politico dei Verdi, partito diciamo di Centro Sinistra, è stato dimissionato dal Governatore del Land in cui era stato eletto, poiché ha comprato una meravigliosa macchina un po’ troppo inquinante. La giustificazione non è stata né giuridica né economica, ma etica: hai agito in modo difforme da ciò che hai dichiarato di sostenere nella tua azione politica. L’incoerenza in Politica si dovrebbe pagare. Da noi, dopo 20 anni di esperienza disastrosa in cui il potere dell’Italia è diminuito nell’arena internazionale, i disoccupati sono aumentati, la ricchezza si è ridimensionata, i poveri sono aumentati vertiginosamente, i Politici continuano a fare ciò che vogliono e nessuno reagisce.

Il M5S, che doveva essere la liberazione e la novità, si è dimostrato inconcludente e sbraitante, privo di un qualsiasi piano e orizzonte politico sostenibile, un po’ come il partito Pirata in Germania, ora ridotto ad un misero 2-3%, dopo tante promesse e aspettative (tradite). Il Partito Democratico, pur di non perdere la possibilità di governare ha fatto un patto col diavolo, permettendo a Silvio Berlusconi di reagire con una comunicazione violenta ed eversiva.

L’Italia non ha un futuro roseo davanti fino a quando sarà considerato lecito che un politico faccia comunicati televisivi personali, attaccando lo Stato e la magistratura, potere di garanzia. I luoghi e metodi per esprimere il proprio dissenso ci sono, Silvio Berlusconi li disattende e spera di trasformare il suo caso giudiziario in un martirio.

Concordo con lui quando dice che occorre che gli italiani prendano di nuovo in mano il loro futuro, e questo significa dire basta, un basta sincero e convinto a Silvio Berlusconi e alla sua Politica del salotto. Le istituzioni sono degli italiani, non di Silvio Berlusconi; la Costituzione ci guida e ci protegge, noi invece non la rispettiamo. Abbiamo così tanti organi di garanzia e di controllo che affermare l’esistenza di un settore socialista o comunista nella magistratura che possa sovvertire l’ordine delle cose è ridicolo. Cita il 1992, dimentica che la magistratura ha indagato su reati provati e che il sistema di corruzione era così forte che i partiti si sono dissolti al sole quando si è scoperta la verità. Già, la verità, questa parola usata per comodità in modi e circostanze sempre diverse e spesso in contraddizione.

Silvio Berlusconi è un cittadino italiano soggetto alla legge, come ogni altro cittadino, che per affermare i propri diritti non può fare comunicati TV. Il voto popolare non esenta l’eletto dall’essere soggetto alle leggi, anzi, ti vincola ancora di più.

La domanda che dobbiamo porci ora è: che cosa fare? Gli italiani hanno due opzioni: aprire gli occhi davanti a questa grande cortina fumogena e sforzarsi di andare oltre, superando Berlusconi; oppure tornare nella comodità della pigrizia intellettuale: meglio non riflettere, accettiamo la verità di comodo che ci è offerta e ripetiamo la storia, nello stesso modo.

Agli italiani l’ardua sentenza.


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