In questi giorni il mausoleo di Abramo è stato distrutto, con granate e bulldozer in Siria. Per vantarsi di questo scempio, i “mercenari islamisti” di Al Nusra (descrizione che riporto dal profilo Twitter dei musulmani di Francia), appoggiati da un capo di origine saudita-waabita, hanno postato un video sul web, ripreso dalla televisione algerina.
Questi sarebbero quei tipi democratici, rispettosi dei diritti umani, della libertà religiosa in primis, che il Presidente Barack Obama vorrebbe aiutare con il suo solitario intervento armato. Per non parlare dei cristiani sgozzati o violentati, del mistero che avvolge Padre Dall’Oglio in mano a terroristi e così via.
Più passano i giorni e più emerge l’inconsistenza delle “prove” in mano all’Amministrazione Usa e francese. Circolano sul web video e interviste di “mercenari islamisti” nelle quali non fanno mistero di aver avuto in dono il gas dagli amici occidentali, Regno Unito in particolare, e di averlo usato per provocare una reazione “finale” contro Assad.
Si apre nelle prossime ore il G20 di San Pietroburgo, ovviamente il più urgente tema politico, seppur informale, è quello di trovare una stretta via politica per la soluzione del conflitto siriano ed evitare conseguenze catastrofiche per il mondo intero. Per preparare al meglio questo confronto, il Presidente Obama nella notte di ieri ha annunciato che incontrerà le associazioni di promozione dei diritti LGBT russe. Senza ulteriori commenti, egli dimostra una certa coerenza avendo deciso in questi ultimi mesi la nomina di moltissimi ambasciatori Usa in funzione della loro esplicita appartenza alla lobby LGBT o, quantomeno, una chiara posizione favorevole nei loro confronti.
Mi permetto di sottolineare la rottura di fondo della politica estera americana che a partire dalla prima e dalla attuale amministrazione Obama, non sembra avere una linea di azione adeguata al valore e alla importanza degli Usa.
Un Papa Francesco ispirato e conscio dei pericoli conseguenti ad un eventuale intervento in Siria ha coraggiosamente indetto un sabato di digiuno per tutti i credenti e moltissime risposte di adesione sono giunte da altri capi religiosi.
Una dimostrazione della medesima consapevolezza nei confronti di un pericolo e di una catastrofe inaudite possibili a seguito di un intervento armato.
È assolutamente comprensibile che il Presidente Usa non voglia ritornare sui propri passi, in questo caso è assolutamente necessario che rimetta pubblicamente il Premio Nobel per la Pace.
Sarebbe invece segno di specchiata intelligenza se egli ammettesse l’infortunio occorsogli (“uso armi chimiche linea rossa”), la necessità di una più incisiva azione delle Nazioni Unite e guidasse lui stesso verso la soluzione del conflitto.
Dopo essere stato osannato alla prima elezione e spinto da potenti lobby nella seconda, ora le società occidentali vogliono vedere di che stoffa egli è fatto. I fallimenti in Libia ed Egitto, il quasi fallimento in Tunisia, ora il piglio cocciuto sulla Siria: Obama appare sempre più il “manchurian candidate” di una famosa pellicola cinematografica.
Sinora non ho voluto tediare i lettori con la descrizione della posizione del presidente francese François Hollande: inqualificabile.
Scatenato contro Nicolas Sarkozy, finché non ci fu il mandato ONU, ora solitario combattente senza ragioni e senza consenso. In questo caso, ancor più che nel caso della amministrazione Obama, valgono molto sia le “promesse di investimenti” dalla penisola arabica, sia gli enormi problemi interni.
Non ho mai capito come sia possibile risolvere o quantomeno pensare di appianare problemi di politica interna con una guerra all’estero.
Ovviamente, questi due leader hanno ragioni e idee diverse dalla mie.
Guardiamo ai fatti, non è per nulla certa la colpevolezza di una delle parti nell’uso di gas, non ci sarà nessuna democrazia dopo eventuale sconfitta di Assad, ci saranno meno diritti umani, nessuna libertà religiosa. Tutto ciò scaturirà dopo un lungo, terribile e ampio conflitto in tutta la regione, dall’Arabia Saudita sino alla Giordania e ad Israele. Anni di guerre, milioni di migranti e centinaia di migliaia di vittime innocenti.
Questo è un bilancio molto eufemistico, infatti sappiamo già che il terrorismo verrà a bussare alle porte di tutto il mondo occidentale con più insistenza di oggi.
Si ripeterà l’errore strategico già fatto in Afghanistan, pagare i terroristi contro i russi (oggi contro Assad) e ritrovarseli in casa più agguerriti di prima.
Ripeto, a chi giova tutto ciò? Invece di macchiarsi le mani di sangue innocente e bruciarsi l’anima, si aiuti seriamente la Turchia, il Libano, la Giordania ad accogliere ed integrare i migranti… Temo che siano parole al vento, soprattutto se guardiamo alla conclamata insipienza dell’Europa, capace di chiudere il caso Prism (milioni di europei intercettati non solo per ragioni di sicurezza) per l’avvio dei negoziati sul mercato trans-atlantico. Poveri noi!
Non perdiamoci di animo, la nostra storia personale e quella del mondo è piena zeppa di interventi della Provvidenza, perciò è tempo di lasciare le parole e unirsi al digiuno e alla preghiera del Papa cattolico e di tanti uomini e leader religiosi del mondo. Almeno Joe Biden e John Kerry dovrebbero sapere che il Santo Rosario è l’unica “mitraglia” dei cattolici, ma è meglio non scommettere sulla loro presenza a San Pietro il prossimo sabato.