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Spesa pubblica, ecco i numeri utili per tagliarla

Spiace apprendere che il governo avrebbe scritto, in un passaggio della nella nota di aggiornamento del Def di ormai prossima approvazione, che i margini di risparmio sulla spesa pubblica appaiono via via più limitati.

La spesa corrente al netto degli interessi passivi e delle prestazioni sociali era di 248 miliardi nel 2000 ed è arrivata a 365 miliardi nel 2011.

Un aumento semplicemente pazzesco di 117 miliardi di euro, di cui 96 miliardi nei 9 anni di Governo Berlusconi e 21 miliardi nei 2 anni di Governo Prodi.

Solo nel 2012, grazie al lavoro del Governo Monti, è diminuita, passando da 365 a 355 miliardi: meno dieci miliardi in un anno soltanto.

Chi dice che con 800 miliardi di spesa pubblica tagliare è uno scherzo, è il primo a dimostrare che non sa nemmeno di cosa sta parlando e spara dichiarazioni “un tanto al chilo” secondo il cliché tipico della politica più incompetente.

Da questo però ad affermare che i margini di risparmio sulla spesa appaiono via via più limitati, ne corre parecchio.

L’impressione è che all’interno dei Ministeri ci siano suggeritori che, quando si tratta di tagliare per rimettere a posto i conti dello Stato, sono determinati quanto il livello politico; quando invece i conti sono tornati a posto e i tagli di spesa possono finalmente essere utilizzati ridurre le tasse ai cittadini, la determinazione scompare.

Enrico Zanetti è responsabile politiche fiscali di Scelta Civica


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