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Una strada per far fronte alla “crisi d’azienda”

La crisi economica, ancorché qualcuno non se ne sia ancora reso conto, è giunta oramai alla soglia del suo quinto anno. Su tutti noi incombe la “paura” della recessione che ha, in varie forme, in vari modi, travolto l’Europa ed in particolare il nostro paese; ogni forma di commercio, di attività, di progettazione, di sviluppo, di innovazione, vive oggi una fase di involuzione o nella migliore delle ipotesi, non riesce a far fronte nemmeno al fabbisogno quotidiano. Le piccole e medie attività (anche quelle individuali o del mero professionista) tendono a chiudere e nella maggior parte dei casi nessuno ha la forza economica reale per continuare, men che meno per investire. Tralasciando le statistiche (che sono comunque lo specchio della realtà) oggi centinaia di imprese chiudono e molto spesso falliscono con gravi conseguenze, sia economiche che giuridiche per gli amministratori, i soci, i proprietari e gli investitori.

In questo momento storico forse sarebbe il caso di rivolgersi, sempre prima che sia troppo tardi, ad alcune professionalità (avvocati, commercialisti, consulenti “tecnici” più in generale) per verificare se ci possono essere delle possibilità di salvare l’azienda e “salvarsi” da conseguenze ancor più gravi. “Ristrutturare” i debiti o affrontare la c.d. “crisi d’azienda” non può non prescindere da un vero e proprio approfondimento della riforma del diritto societario e dell’applicazione della nuova disciplina in materia di diritto fallimentare: Si potrebbe sintetizzare che la voglia reale di “continuità” aziendale manifestata dall’imprenditore e la scelta della procedura da perseguire (ad es. attraverso un pre-concordato in bianco, un concordato vero e proprio, una ristrutturazione dei debiti ex artt. 182-bis e ter L. F., ecc.), senza per questo dare “soluzioni” avventate e non sempre percorribili, sono fondamentali per cerare di salvare moltissimi aziende che versano in condizioni sostanzialmente pre-fallimentari o che sono gravemente indebitate. Di certo non è l’unica soluzione ed a volte non sempre il risultato è quello desiderato, ma sicuramente un tentativo andrebbe fatto in primis per se stessi, ma anche per i propri dipendenti, perché si possa dar loro e dare a tutti un messaggio positivo per un futuro, ancora oggi, troppo lontano dall’essere considerato roseo.



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