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Telecom adios? Anche la Germania perde pezzi. Il caso dei rubinetti Grohe…

Telecom e Alitalia rischiano di cambiare bandiera. Una svolta che ha messo alla berlina l’industria e il capitalismo italiano, specialmente sulla stampa estera. Le accuse? Nessuna strategia, pochi fondi da investire, burocrazia soffocante. Ma la cessione di marchi storici non avviene solo in Italia. Mal comune mezzo gaudio?

I giapponesi all’assalto delle perle tedesche

E’ stata ufficializzata oggi la più grande acquisizione mai conclusa da una società giapponese in Germania: Grohe, leader europeo di rubinetti e di sanitari da bagno, sta per passare nelle mani del suo rivale giapponese Lixil. E a un prezzo, 3,1 miliardi di euro, che corrisponde a 2,1 volte il valore delle sue vendite annue, spiega Le Monde.

La storia 

Radici tedesche, finanze americane, sviluppo cinese, capitali presto giapponesi: la storia di Grohe, la “Rolls” dei rubinetti, sposa quella della globalizzazione. La società, fondata un secolo fa a Hemer, in Germania, sotto il nome di Berkenhoff & Paschedag, prende il nome di Grohe nel 1936, quando viene acquistata da Friedrich Grohe. Anche il padre, Hans Grohe, aveva una società di rubinetteria, che esiste ancora, sotto il nome di HansGrohe, e che ha un fatturato inferiore alla metà del colosso gestito dal figlio.

Grohe e la fusione con il leader cinese

Nel 2004 però il gruppo Grohe passa di mano, definitivamente. Finisce sotto il controllo di due fondi d’investimento, Tpg Capital e una filiale di Credit Suisse, che contribuiscono a sviluppare il business della società. Ma la svolta arriva nel 2001, quando rileva il leader del settore rubinetteria-sanitari Joyou. E con l’apporto dei nuovi 3400 dipendenti di Joyou, il gruppo conta ora circa 9mila persone, per un giro d’affari di 1,4 miliardi di euro nel 2012.

Il sostegno della Banca di Sviluppo Giapponese

Durante l’estate sono stati diversi i gruppi che hanno studiato il dossier Grohe per rilevarla, come la svizzera Geberit. Ma con la sua mossa Lixil si assicura l’87,5% di Grohe, insieme alla Banca dello Sviluppo giapponese, una partnership che gli permette di mantenere il livello di indebitamento della società nipponica a livelli sostenibili. La transazione sarà finalizzata nel primo trimestre del 2014.

La strategia d’espansione aggressiva

Numero uno giapponese del settore e anch’esso frutto di diverse fusioni, Lixil conduce una strategia d’espansione internazionale aggressiva. In primavera ha rilevato il colosso statunitense American Standard, per 400 milioni di euro. L’acquisto di Grohe, “uno dei marchi più conosciuti nel mercato mondiale dei sanitari”, secondo il presidente di Lixil Yoshiaki Fujimori, permette al gruppo giapponese di fare un balzo in avanti decisivo. Il suo giro d’affari, con la fusione, raggiungerà i 4 miliardi di euro l’anno, rendendolo il leader mondiale nel settore.

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