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Ecco come gli Usa riportano in vita gli F-16

Negli scenari di guerra si potrebbero utilizzare i “vecchi” caccia della Guerra Fredda e adattarli al combattimento senza pilota.

L’ipotesi futuribile non è più così peregrina da quando la scorsa settimana si è saputo che un F-16 si è alzato in volo dalla base di Tyndall, Florida, ha sorvolato il Golfo del Messico superando la barriera del suono e compiuto alcune manovre di evasione. Il tutto, senza pilota a bordo.

A gestire il programma di conversione in aerei senza piloti dei “mitici” F-16 è la Boeing, che intende utilizzarli per esercitazioni realistiche in cui il bersaglio senza pilota viene effettivamente colpito.

Un bel risparmio di uomini, ma certo non di danaro, si potrebbe pensare (nel 1998 un F-16 costava quasi 19 milioni di dollari). La realtà è che questi caccia sono residuati di almeno 15 anni, stoccati nelle basi dell’Arizona, superati dai nuovi e sofisticatissimi F-22 e F-35.

Coinvolgendo un gruppo delle dimensioni di Boeing, il Pentagono conferma di voler procedere nella direzione della tecnologia UAV che è alla base dello sviluppo dei droni.

Secondo molti esperti i veivoli senza pilota diventeranno sempre più importanti nel campo di battaglia del futuro, e non solo con funzioni di intelligence.


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