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Venezuela, la prossima fonte energetica della Cina?

Il Venezuela è il regno delle contraddizioni. Un litro di acqua potabile costa più di un litro di benzina e andare all’università costa meno che frequentare la scuola elementare. Nei primi sei mesi del 2013 il reddito petrolifero è stato di circa 60mila milioni di dollari, ma circa 70% dei venezuelani vivono in stato di povertà.

Davanti ad un indice di inflazione del 32,9% nel mese di agosto ed evidenti problemi di fornitura dei prodotti di prima necessità, il governo venezuelano ha deciso di chiedere aiuto a un Paese alleato: la Cina.

La settimana scorsa il presidente Nicolás Maduro ha viaggiato a Pechino per chiedere una consulenza in materia economica e anche un prestito di 5mila milioni di dollari.

Il silenzio della stampa
Queste risorse fanno parte del Fondo misto Cina-Venezuela, creato nel 2007. La stampa, sia cinese sia venezuelana, non ha diffuso molti dettagli sugli accordi.

Il quotidiano Die Tageszeitung sostiene che si tratta di una partnership per lo sviluppo di infrastrutture, agricoltura, istruzione ma soprattutto lo scambio di petrolio e risorse minerarie. “In particolare, il colosso petrolifero di Stato Pdvsa ha firmato un accordo da 1,4 miliardi di dollari con la cinese Sinopec per lo sfruttamento dei giacimenti del fiume Orinoco”, ha scritto Die Tageszeitung.

Lo scambio energetico
Oltre ai 5mila milioni di dollari, Pechino ha concesso a Caracas finanziamenti per altri 390 milioni per la costruzione di un porto. Una compagnia cinese, invece, avrà il diritto di coltivare mais su 60mila ettari di terra venezuelana. Lo scambio commerciale tra i due Paesi è stato calcolato in 20mila milioni di dollari l’anno.

La Cina è attualmente il secondo partner commerciale del Venezuela, dopo gli Stati Uniti. Fino ad aprile, 626mila barili di petrolio venezuelano al giorno erano diretti verso il Paese asiatico. L’obiettivo è raggiungere i 640mila.

Un articolo pubblicato dal quotidiano spagnolo El Pais sostiene che la Cina è stata diffidente sull’accordo fino all’ultimo momento a causa delle poche garanzie offerte dal Venezuela. Nonostante Pechino sia una delle potenze economiche del mondo, le mosse di un Paese così pieno di contraddizioni come il Venezuela sono difficili da prevedere.



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