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Visco e Bersani strapazzano i conti di Saccomanni e Monti

Giù le previsioni di crescita e in rialzo le stime sul deficit per il 2013. Gli ultimi numeri forniti dal governo con la Nota d’Aggiornamento appaiono “plausibili”, ma le criticità restano secondo il Nens, il centro studi fondato da Vincenzo Visco e Pierluigi Bersani in cui per anni l’attuale viceministro all’Economia, Stefano Fassina (Pd), è stato il responsabile scientifico. A sollevare perplessità restano le coperture, dopo l’abolizione della prima rata Imu, per il finanziamento della Cig, delle missioni all’estero e per l’annunciato intervento sul cuneo fiscale.

Le entrate tributarie

Nei primi 7 mesi dell’anno, sottolinea uno studio Nens, “la crescita delle entrate tributarie è in linea con le previsioni (+1,2 rispetto al corrispondente periodo del 2012) ma la sua composizione interna è del tutto diversa rispetto a quella prospettata nel Def: mentre il gettito delle imposte dirette aumenta di 4,7 punti, quello delle imposte indirette si riduce di 3,1 punti”.

Male l’andamento dell’Iva

E’ “particolarmente negativo l’andamento dell’Iva, cui invece nel Def si attribuiva un ruolo di particolare importanza per l’effetto del ripagamento dei debiti della Pa; il gettito Iva è complessivamente calato, nei primi 7 mesi dell’anno, di 5 punti percentuali, quello sugli scambi interni di 1,8 punti”.

Il fabbisogno pubblico in aumento

Il fabbisogno nei primi 7 mesi dell’anno appare in “netta crescita quando valutato sia al lordo sia al netto dei prestiti erogati dall’Italia agli altri Paesi Uem, e tale crescita sembra legata, più che all’andamento delle entrate della Pa, ad una crescita sostenuta dei pagamenti delle Amministrazioni centrali (+25 miliardi di euro, pari a circa il 9%) che, peraltro, potrebbe essere almeno in parte originata dal pagamento dei debiti alle imprese”.

Il deficit per il 2013

Sulla base di queste ipotesi, prosegue il Nens, le stime del Governo presentate nella Nota d’Aggiornamento “appaiono plausibili, ovvero, come previsto da Nens, l’indebitamento netto di fine 2013 dovrebbe collocarsi intorno al 3,1-3,2% del Pil“.

Le criticità

Tuttavia, esistono ulteriori elementi di criticità. I dubbi restano “circa le coperture deliberate per il mancato gettito della prima rata dell’Imu, con particolare riferimento ai 600 milioni che dovrebbero venire dalla sanatoria sui giochi e dall’ulteriore incremento di gettito Iva previsto per il pagamento dei debiti”.

Le coperture?

Inoltre, secondo Nens, da sottolineare è “la difficoltà a reperire ulteriori coperture per le perdite di gettito derivanti dall’abolizione, già decisa in sede politica, ma da definire con la legge di stabilità, della seconda rata dell’Imu (circa 2 miliardi) e dell’aumento dal 21 al 22% dell’aliquota ordinaria (circa 1 miliardo)”. Bisogna inoltre “finanziare la cassa integrazione guadagni straordinaria nonché le missioni all’estero, per importi complessivamente stimabili, per il 2013 e 2014, intorno ai 2 miliardi”. E, infine, c’è da far fronte al “prospettato intervento sul cuneo fiscale (5 miliardi?). E’ evidente – conclude il report – che queste diverse voci, se sommate, possono arrivare a circa 6 miliardi per il 2013 e ad oltre 10 miliardi per il 2014”.

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