Il mondo delle tlc è in fermento, e non solo in Italia con lo spin off deciso da Telecom Italia. Vodafone ha detto addio a Verizon Wireless, vendendo la sua quota nel gruppo tra gli applausi di analisti e investitori.
La strategia dell’ad della multinazionale britannica Vittorio Colao punta a rimettere in sesto le casse del gruppo, ad accontentare gli azionisti e, se sarà opportuno, a reinvestire di nuovo nel mercato statunitense di dati e 4g, in quelli Emergenti o ad approfittare della crisi del Vecchio Continente per rafforzarsi, il tutto mentre Verizon torna a farla da padrona a casa propria senza la presenza scomoda di Vodafone in Verizon Wireless.
Le cifre in ballo
E’ stato infatti ufficializzato l’accordo fra il gigante delle telecom americano Verizon e Vodafone per l’acquisto da quest’ultima della partecipazione del 45% che la multinazionale britannica detiene in Verizon Wireless. La transazione, del valore complessivo di 130 miliardi di dollari (quasi 100 miliardi di euro) consentirà a Vodafone di compensare pesanti perdite e si dovrebbe concludere nel primo trimestre del 2014.
Le mire di Verizon
Verizon ha comunicato che l’accordo le consentirà di “operare in modo più efficiente”, mentre la “proprietà piena fornirà opportunità maggiori sul mercato delle linee via cavo per le imprese e i privati”. La compagnia Usa ha reso noto che pagherà a Vodafone 58,9 miliardi di dollari in contanti ed emetterà azioni ordinarie per una valore corrente di circa 60,2 miliardi di dollari perché siano distribuite agli azionisti di Vodafone.
Una joint-venture decennale
L’acquisizione da parte di Verizon mette fine a una joint-venture durata circa dieci anni e che ha permesso a Vodafone di incassare miliardi di dividendi impedendo a Verizon un controllo totale dell’operatore di telefonia mobile più grande degli Stati Uniti per numero di abbonati e tra i più redditizi.
Lo sprint di Vodafone in Italia
Secondo il Wall Street Journal, si tratta della seconda più importante acquisizione mai effettuata dopo quella da parte di Vodafone del gruppo Mannesmann nel 1999 per circa 178 miliardi di euro. Il mega accordo, secondo quanto riportato da Bloomberg, prevede tra le varie contropartite anche che Verizon ceda il 23% circa di capitale che detiene in Vodafone Italia, permettendo quindi al gruppo di Colao di prenderne il pieno controllo
Il mercato Usa che attrae Vodafone
Vodafone guarderà ora ad eventuali acquisizioni se riterrà che creeranno valore. E non esclude nuovi investimenti negli Stati Uniti. Lo ha affermato – riporta l’agenzia Bloomberg – l’ad di Vodafone, Vittorio Colao, sottolineando che le risorse che arriveranno dalla vendita di Verizon Wireless a Verizon possono accelerare la strategia del gruppo nei dati e investimenti nel 4G.
L’ok degli azionisti Vodafone
I 10 maggiori azionisti di Vodafone, scrive il Financial Times, sembrano approvare l’accordo, con la prospettiva che il pagamento potrebbe non solo aumentare le entrate ma anche ampliare il mercato.
Odor di super dividendo?
Alcuni azionisti vorrebbero ricevere il 60-70% dei proventi della vendita. Andrew Millington, Investment Director Uk Equities Standard Life Investments, uno dei 10 maggiori azionisti di Vodafone, ha sottolineato che la cessione arriva “con tempismo perfetto” e può essere definita come molto “attraente”. “La vendita della quota in Verizon Wireless di Vodafone arriva nel momento giusto e il management ha negoziato perfettamente sul prezzo d’uscita. Questa mossa permetterà a Vodafone di avere controllo su una quota più grande di liquidità, rafforzandola finanziariamente e offrendo quindi l’opportunità di distribuire un dividendo importante”, ha commentato.
Le “interferenze” in Medio Oriente
Ma a dirsi soddisfatto, al Financial Times, è stato anche un altro dei grandi azionisti di Vodafone: “Non riesco a trovare difetti a questa operazione. Credo che l’unico problema del mercato nel suo complesso sia rappresentato dal Medio Oriente”.
Il Quantitative Easing delle tlc
Fonti vicine al deal l’hanno paragonato ad un Quantitative Easing di politica monetaria, praticato dalle banche centrali che iniettano moneta sui mercati. L’operazione Vodafone infatti farà salire altre quotazioni a ruota. Secondo alcuni investitori tutta la liquidità che ritornerà loro grazie alla vendita della quota in Verizon sarà ripompata nei mercati, con un probabile effetto rialzo anche sul settore bancario, che punta sulle tlc relativamente poco costose.
L’analisi di Citi
Secondo gli analisti di Citi Vodafone potrebbe distribuire 40 miliardi di dollari agli azionisti, pagare le imposte, ridurre l’indebitamento, e avere ancora 38 miliardi da investire. L’affare ha dimensioni tali che avrà comunque un impatto positivo sull’economia britannica: l’azionariato Vodafone infatti è talmente diffuso che si prevede una ‘manna’ per i gestori di fondi, i piccoli azionisti e i fondi pensione britannici.
Le mosse possibili in Europa
Ma dove sarà adesso il futuro di Vodafone? Secondo gli esperti, nonostante la sua crisi, è il momento di investire in acquisizioni e in miglioramenti alla rete per rafforzare la posizione di Vodafone in Paesi come Italia, Germania e Spagna.
“In Germania – sottolinea il Sole 24 Ore – il gruppo deve ‘digerire’ l’acquisizione da 7,7 miliardi di euro di Kabel Deutschland, il maggiore operatore via cavo, mentre in Francia sta costruendo una rete a fibre ottiche da 1 miliardo di euro assieme al gruppo francese Orange. In Spagna Vodafone potrebbe essere interessato all’operatore via cavo Ono o al provider di banda larga Jazztel, mentre in Italia sono riprese le voci di una possibile acquisizione di Fastweb, di proprietá di Swisscom, per una cifra intorno ai 3 miliardi di euro”.
I progetti negli Emergenti
Il futuro però è nei mercati emergenti, come ha detto più volte Colao. Il gruppo ha giá lasciato intendere di voler rafforzare la sua posizione in mercati in crescita dove ha giá una presenza di rilievo, come l’Africa, l’India e la Turchia, ma potrebbe anche voler approdare in nuovi mercati come l’America latina, Brasile in particolare. Infine, c’è chi sostiene che Vodafone non intende affatto lasciare gli Usa: venduta la quota di Verizon Wireless, il gruppo punterebbe ora a T-Mobile, divisione Usa di Deutsche Telekom.