Mauro D’Ascenzi, vice presidente di Federutility, lancia un accorato appello dal Festival dell’Acqua, in corso a L’Aquila (dal 6 all’11 ottobre): “Il tema dell’Acqua, quello che impatta con le società umane, non è fatto di principi filosofici ma di tubi che raccolgono l’acqua, di pompe che la sollevano e la distribuiscono, dei cambiamenti climatici in corso, con le bombe d’acqua che mietono vittime e che invece dobbiamo imparare a governare per trattenere quell’acqua potenzialmente distruttiva da utilizzare quando serve; è fatto di depuratori, per cui pagheremo non per costruirli ma per le sanzioni europee per non averli fatti, e ancora non li avremo per depurare i reflui e restituire all’ambiente acqua depurata”.
“Acqua bene comune, di proprietà incedibile del demanio dello Stato, la cui fruizione tuttavia ha un costo ineludibile. Chiunque lo paghi, al di là di riflessioni astratte. Acqua pubblica non significa gratis”.
Per acquedotti (con perdite di rete intorno al 32%), fognatura e depurazione (servizi indisponibili rispettivamente per il 15% e 30% della popolazione) dovremmo spendere 80 euro/abitante/anno (media Ocse), in realtà in Italia spendiamo 20 euro/abitante/anno. “Il differenziale – conclude amaro D’Ascenzi – è debito e danno ambientale, che trasferiamo alle future generazioni”.
A L’Aquila Federutility sta svolgendo il Festival dell’Acqua, con l’adesione del Presidente della Repubblica, il Patrocinio del Ministero dell’Ambiente, dell’Unesco e di Eureau e con la partecipazione del Comune, del gestore idrico Gran Sasso Acqua Spa, della Confservizi-Cispel Abruzzo e di Expo2015.
Domani sarà la volta del Ministro dell’Ambiente Andrea Orlando, che con l’Autorità dell’Energia ed il gas ed i rappresentanti dei consumatori e delle aziende affronterà il tema delle tariffe e della regolazione dell’acqua.