Entro il 2016 Alibaba scalzerà Walmart da leader globale del settore del commercio. Il colosso cinese dell’e-commerce ha già superato per volume di transazioni Amazon e eBay, rivali nella vendita online. Entro tre anni la società fondata da Jack Ma, e ora in mano a Jonathan Lu, prevede di triplicare il volume d’affari, che dovrebbe toccare i 3mila miliardi di yuan, pari a circa 490 miliardi di dollari.
Allo stesso tempo si mette in competizione con i nuovi concorrenti che ai negozi in mattoni stanno affiancando quelli in rete. Nomi di primo piano nella Repubblica popolare come Gome nell’elettronica e Haier nel campo degli elettrodomestici.
“Le vecchie società che non sentono il bisogno di trasformarsi saranno spazzate via dalla concorrenza”, ha spiegato Zeng Ming, capo dell’ufficio strategie di Alibaba, citato dalla Reuters.
L’ulteriore consolidamento di Alibaba, che punta verso l’Ipo negli Usa, prevede investimenti per 16 miliardi di dollari entro il 2020 per ampliare e rafforzare la rete logistica. Con l’utilizzo dei dati in proprio possesso, la società di Hangzhou capirà inoltre dove investire le risorse per nuovi depositi e centri di smistamento.
L’obiettivo è distribuire la merce in minor tempo e a un numero sempre maggiore di clienti. La società fondata da Ma, che a neanche 50 anni ha lasciato spazio a nuove leve al vertice, ha inoltre organizzato un servizio finanziario per facilitare le compravendite ed erogare prestiti alle piccole imprese, tagliate fuori dagli istituti di Stato che preferiscano finanziare i colossi statali.
Oggi Alibaba controlla circa i tre quarti del settore e-commerce cinese. Circa metà della popolazione cinese è online. Si parla di oltre 590 milioni di utenti, e altrettanti potrebbero unirsi nei prossimi anni e diventare nuovi clienti.
“Per la prima volta stiamo dando vita a un vero mercato unico nazionale su tutta la Cina. Stiamo liberando il potenziale dei consumi”, ha spiegato il vicepresidente Brian Li. Un progetto che si inserisce nella più ampia sfida cinese per sviluppare la domanda interna, per favorire i consumi e per riformare un modello economico basato sulle esportazioni e sul manifatturiero che nel decennio scorso ha portato a una crescita del Pil a doppia cifra, ma oggi inizia a dare segnali di affanno.
Alibaba guarda anche oltre la Muraglia. Come ricorda The Next Web recentemente si è lanciata nel mercato Usa con investimenti nel servizio Shoprunner, che garantisce consegne in due giorni. Una mossa che la mette in concorrenza con Amazon negli stessi Stati Uniti. Dopo aver messo i primi piedi fuori a Hong Kong e Taiwan un anno fa, il mese scorso ha lanciato Taobao a Singapore, per partire verso il Sudest Asiatico.
La società non punta soltanto sul commercio o sui servizi finanziari come AliPay. Aziende e governi locali potranno immagazzinare i propri dati in un servizio di cloud computing. C’è inoltre un motore di ricerca dedicato allo shopping, un sistema operativo per servizi mobili e un 18 per cento di Sina Weibo, versione cinese di Twitter. Tutti prodotti dai cui si ottiene una delle merci principali per lo sviluppo: dati.